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21/03/2023 19:00:00

Alesi si chiede: «Perché descrivere una Ferrari efficientissima prima del debutto?». Le sue ipotesi


News di Giuseppe Canetti

La Ferrari sta vivendo una situazione difficilmente immaginabile una quarantina di giorni fa, quando a Fiorano veniva svelata la nuova SF-23 tra larghi sorrisi e grande entusiasmo. "Sarà una monoposto senza precedenti in termini di velocità", affermava il CEO del Cavallino, Benedetto Vigna. Poi tutti sappiamo come è andata. Dopo l'esordio disastroso in Bahrain, il team di Maranello è uscito con le ossa rotte anche dal Gran Premio dell'Arabia Saudita. La sesta e la settima piazza ottenute da Carlos Sainz e Charles Leclerc hanno dato una spiacevole conferma: la Rossa, al momento, rappresenta la quarta forza del Mondiale dietro a Red Bull, Aston Martin e Mercedes. Di questo e altro ancora ha parlato Jean Alesi nella consueta analisi del martedì per Il Corriere della Sera. Vi riportiamo le sue considerazioni.

L'analisi di Jean Alesi

"Penso alle difficoltà Ferrari e mi domando che tipo di informazioni siano transitate alla vigilia della presentazione della SF-23 tra il reparto tecnico e il vertice aziendale", esordisce Alesi nella sua analisi per il noto quotidiano. Poi aggiunge: "C’è un tema che non cambia in F1: se una vettura ha bisogno delle gomme per ottenere massima performance, il degrado in gara diventa una conseguenza inevitabile. Una Ferrari veloce in qualifica può viaggiare bene sul passo a patto di intervenire correttamente sull’assetto. A costo di ridurre la prestazione il sabato per migliorare domenica".

Secondo Alesi "non siamo di fronte a un problema oscuro o cronico ma ad una infelice elaborazione di ciò che la pista segnala". Il francese si chiede: "Quali dati hanno portato a descrivere una Ferrari efficientissima, prima del debutto?". Quindi illustra due possibili chiavi di lettura: "una mancata comprensione della realtà o un eccesso di ottimismo. Con il risultato di offrire una brutta figura, aumentata dalle parole pronunciate da Benedetto Vigna prima dell’inizio del campionato".

La chiosa finale: "Una macchina che va forte sui rettilinei non significa molto, soprattutto se per ottenere velocità penalizzi il rendimento in curva. E non stiamo parlando nemmeno di velocità strepitose pensando a come Verstappen ha passato Leclerc in Arabia. Dunque, credo serva una revisione della mentalità di approccio e di analisi. Altrimenti il 4° posto tra i costruttori rischia di trasformarsi in abitudine".

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