La Scuderia Ferrari sta attraversando una fase molto difficile, ormai da qualche anno. È dal 2008 che a Maranello non arriva un titolo e la situazione attuale, dopo l'illusorio inizio di stagione 2022, non lascia ben sperare per il futuro. In parecchi, nel corso del tempo, hanno ricondotto alla gestione di Sergio Marchionne la causa del declino sportivo del Cavallino. Altri, invece, sostengono che il declino abbia ragioni diverse, e non soltanto riconducibili all'operato del compianto manager abruzzese. Tra questi c'è Leo Turrini, che si è reso protagonista di un duro sfogo a riguardo tramite le colonne del suo blog su quotidiano.net.
Turrini introduce l'argomento raccontando un aneddoto risalente al 2017, quando incontrò Sergio Marchionne, all'epoca presidente della Ferrari, nonché amministratore delegato di Fiat Chrysler. "Per ragioni che mai ho capito, mi voleva bene. Anche se sapeva che ero un montezomolato doc. Dunque ci troviamo a parlare insieme e io gli chiedo se non sarebbe carino immaginare un ritorno Maserati in F1, ovviamente come fornitore di un motore ibrido: Lui mi risponde: ma sa che invece potrebbe essere una idea interessante promuovere il brand del Tridente in Formula E, dato che l’evoluzione automotive va in quella direzione lì?".
Non si può dire che non fu una dichiarazione lungimirante. Turrini, infatti, sottolinea: "Domenica 4 giugno 2023 una Maserati a ruote scoperte, 66 anni dopo il successo di Fangio in un Gp di F1, ha riassaporato il piacere di sfrecciare vittoriosa sotto la bandiera a scacchi". Quindi il giornalista decide che è il momento di arrivare al sodo: "Ho raccontato questa storia perché leggo le vostre amareggiate riflessioni sul presente tragico del Cavallino in F1. Certo non nego che Marchionne, con le sue pretese non di rado balzane, possa aver contribuito al malessere attuale della Rossa da Gran Premio. L’uomo aveva i suoi difetti. Ma attenzione, visto che qui cani e porci si sentono in diritto di riscrivere la storia".
Infine, Turrini conclude la sua riflessione riferendo un dato che va ad avvalorare la sua tesi: "Quando Marchionne va in agonia, estate 2018, la Ferrari e Vettel sono in testa ad entrambe le classifiche iridate. Sono passati quasi cinque anni. Piano, prima di dire che la colpa del disastro attuale è di chi non c’è più da un pezzo. Grazie per l’attenzione".
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