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26/09/2023 06:00:00

Aston Martin AMR23: storia di un declino (in)flessibile


Articolo di Fabrizio Parascandolo
L'Aston Martin ha ottenuto ottimi risultati a inizio stagione, affermandosi come seconda forza del mondiale. Da Silverstone in poi, però, qualcosa è cambiato, e con la direttiva tecnica TD018 è arrivato il colpo di grazia.

L'Aston Martin ha sorpreso tutto il paddock e il mondo della F1 con le sue prestazioni a inizio anno. Alonso è salito costantemente sul podio nella prima parte di stagione, facendo credere che la vittoria numero 33 della carriera fosse solo questione di tempo.

Eppure da Silverstone in poi l'AMR23 si è spenta, senza mai più ritrovare la forma vista nelle prime gare. La direttiva tecnica TD018 è stato l'ultimo pezzo di un puzzle che vede la squadra di Lawrence Stroll essere la quinta forza del campionato (dopo Red Bull e i tre avversari più diretti, ovvero Mercedes, Ferrari e McLaren).

Il team inglese, infatti, è stato il primo a soffrire le limitazioni imposte dal regolamento sulla flessibilità della ali, dovendo apportare modifiche ancor prima dell'introduzione della nuova direttiva. Si crede che il primo crocevia per le prestazioni della vettura sia avvenuto proprio al GP di Gran Bretagna. Se guardiamo ai risultati stagionali, nelle 16 gare fino ad ora disputate l'Aston Martin ha collezionato 221 punti, 175 nelle prime 9 gare (prima di Silverstone) e solo 46 nelle ultime 7.

Da lì in poi la macchina non è mai stata la stessa di inizio stagione, se non a Zandvoort, che però si è confermato un episodio particolare e da non prendere come riferimento per le forze in campo (basti pensare alla Ferrari: da centro gruppo in Olanda, ma che neanche un mese dopo ha vinto a Singapore).

Particolare pensare che l'AMR23, una monoposto nata dalle idee di Dan Fallows, braccio destro di Adrian Newey quando lavorava in Red Bull, non è più riuscita a essere la stessa da quando ha dovuto adattare la flessibità di alcuni componenti.

Mentre la RB19 ha dimostrato a Suzuka che Singapore è stato solo un weekend storto e che le sue prestazioni non sono state condizionate dalla direttiva tecnica, per l'Aston Martin non si può dire lo stesso.

Il GP di Singapore, infatti, è stato solo la conferma che il team aveva qualcosa da sistemare in vista della TD018. Portare modifiche con largo anticipo e di volta in volta non è bastato per restare ai livelli di inizio anno.

Intanto lo stesso Alonso che in Bahrain affermava "che bello guidare questa macchina", a Singapore e in Giappone si è ritrovato effettivamente a guidare la quinta miglior vettura in griglia, giustificando il calo di prestazioni con un lapidario "con questa macchina devo concentrarmi a tenerla in pista"

Sicuramente un aspetto che preoccupa in ottica 2024, visti i fantastici e rapidi progressi della McLaren e una Ferrari che probabilmente ha più margine di guadagno rispetto a tutti.

Le ambizioni mondiali di Lawrence Stroll dovranno essere soffocate per qualche altro anno, probabilmente almeno fino ai nuovi regolamenti del 2026.

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