Questo non è uno scritto di un uomo di mezza età nostalgico dei tempi che furono. Quanto assistito ieri non è Formula 1 e chi tace sulle assurdità dello show proposto dalla premiata ditta FIA / Liberty media è complice. Tante sono state le storture concentrate in una sola giornata del weekend in Qatar che si fa fatica a menzionarle secondo un criterio razionale. Partiamo dal tracciato. Un impianto nel bel mezzo del deserto inaugurato nel 2004 e utilizzato per molti anni esclusivamente per le gare del motomondiale. Nel 2021 viene scelto da FIA/F1 per infoltire il calendario della stagione in virtù dei molti round cancellati causa pandemia da SARS-CoV-2. Già nell’edizione inaugurale vi furono molte polemiche relativamente alla tipologia di cordoli non adeguata alle monoposto della generazione pre “Wingcar”. Un layout orrendo, senza variazioni altimetriche, privo di segmenti tecnicamente ardui, sorto nel bel mezzo del nulla ma soprattutto costruito per la MotoGP. Si potrebbe obiettare che Losail ha molte affinità con il tracciato del Bahrain, con una piccola differenza: la F1 da alcuni anni ospita i test invernali proprio in Bahrain una settimana prima della tappa inaugurale della stagione sul medesimo circuito. Il che garantisce che la pista sia gommata in maniera adeguata per ospitare un gran premio della massima categoria del motorsport. Complici il forte vento che ha portato tanta sabbia in pista, e la recente riasfaltatura di tutto il circuito, le monoposto ieri correvano sul ghiaccio. E’probabile che l’evoluzione della pista garantisca dei livelli di gripdecenti nel proseguo del weekend ma in ragione delle eccezionali condizioni della pista, il superamento dei track limits era praticamente scontato come ammesso da Frederic Vasseur: “Non è una gran bella figura per la TV vedere che due tempi vengono cancellati per i track e non è bello da vedere nemmeno dal muretto. Diventa una situazione difficile da gestire anche per noi. Sapevamo già in precedenza che il Qatar poteva essere così”.E’veramente giunta l’ora di mettere fine a questa pagliacciata. I Track Limits nascono come deterrente affinché i piloti non escano con l’intera larghezza della monoposto dal tracciato, nel tentativo di sfruttaretraiettorie più efficienti. Tuttavia questo ragionamento con le monoposto ad effetto suolo è “out of date”. Il violento passaggio delle wing car sui cordoli è un pericolo piuttosto che un vantaggio. La complessa geometria dei floor delle vetture potrebbe essere irrimediabilmente danneggiata perdendo diversi punti di carico aerodinamico.
Tutti i track limits rilevati durante le qualifiche del GP del Qatar – Credit: fia.com
Dei ben 22 track limits rilevati dagli steward la maggior parte sono riconducibili a controlli al limite o a vistosi errori del pilota che non forniscono alcun vantaggio ai fini del tempo sul giro. Sulla distanza dei 300 km della gara di domenica potremmo assistere alla fiera del ridicolo con pioggia di penalità, piloti condizionati dalle regole piuttosto che dalla sfida in pista e ricorsi analoghi a quelli di Aston Martin in Austria per tutto ciò che non è stato rilevato dalla direzione gara. L’intervista a caldo ai primi tre classificati è stata esilarante. I piloti disquisivano con Naomi Schiffall’oscuro delle penalità / avanzamenti in griglia mentre la grafica della FIA riportava contestualmente le decisioni della direzione gara.
Piastri commenta il terzo posto mentre viene comunicata la penalità – Credit: SkySportF1
I piloti e i fan sono parte lesa di una disciplina regolamentata e gestita in modo irrazionale. Tuttavia i piloti potrebbero far sentire la loro voce. Dopo le qualifiche era prevista una riunione dei piloti che è stata cancellata senza ragione apparente. Probabilmente questa è la fase storica della Formula 1 con il maggior numero di talenti in pista ma all’appello mancano i leader. La Formula 1 made in Liberty Media in apparenza mette al centro della categoria i piloti ma allo stesso tempo nessuno di loro ha il carisma, la voglia o l’interesse affinché il loro talento non venga intrappolato da regolamenti cervellotici. Vi immaginate Lauda, Prost, Senna, Mansell o Schumacher penalizzati solo per aver cercato di tenere in pista la propria monoposto?
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