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22/10/2023 15:30:00

«Mad Max»: l’equilibrista del sottile confine tra l’audacia e scorrettezza


Articolo di Roberto Cecere
Il successo, le vittorie a ripetizioni potevano “imborghesire” Max Verstappen, ma quando è stato necessario, il cannibale è tornato a mostrare gli artigli

Il successo, le vittorie a ripetizioni potevano “imborghesire” Max Verstappen, ma quando è stato necessario (pochissime volte quest’anno, nda), il cannibale è tornato a mostrare gli artigli.

Mio padre spesso mi diceva un proverbio secondo il quale “chi nasce tondo non morirà quadrato”, per farmi capre che le persone possono cambiare il loro modo di essere in superfice, ma quando ne avranno l’opportunità torneranno sempre ad essere ciò che sono sempre stati. Ieri alla partenza della sprint race del gran premio sul tracciato di Austin si è rivista la versione “Mad Max” alla quale eravamo abituati nelle stagioni dello straripante dominio delle frecce d’argento. Una manovra al limite del regolamento che ha portato Charles Leclerc a dover affiancare il rivale olandese al limite della uscita della pitlane e l’erba adiacente alla pista.

La manovra al limite di Verstappen alla partenza della Sprint Race – Credit: Twitter.com

Fortunatamente la prudenza di Leclerc ha fatto sì che la manovra del suo eterno rivale non degenerasse in una collisione, tuttavia il pilota monegasco ha pagato la pessima traiettoria di ingresso in curva 1 perdendo la seconda posizione ai danni di Lewis Hamilton. Spostandosi completamente versa la sua sinistra, Max ha costretto Charles a avvicinarsi pericolosamente al muretto che delimita la pista dalla pitlane. Tutto ok se il metro di giudizio fosse omogeneo indipendentemente dal pilota e dalla direzione gara

Verstappen obbliga Leclerc ad avvicinarsi al muretto della pitalane – Credit: redbullcontentpool.com

Per i detrattori del campione di Hesselt è una manovra che andava certamente sanzionata in quanto pericolosa e intimidatoria. E’diffusa la percezione che Verstappen goda di una certa immunità quando il driver si rende protagonista di manovre borderline come ad esempio la triplice infrazione nel corso delle qualifiche del gran premio di Singapore. Eppure la superiorità del binomio Red Bull/Verstappen non avrebbe alcun bisogno della clemenza della corte.

Così come l’olandese potrebbe evitare di sciorinare un’aggressività sproporzionata rispetto alla posta in palio e in relazione ai traguardi sportivi già conseguiti nella stagione in corso. Ma la Formula 1 ha da sempre strizzato l’occhio al “Pacchetto Max” genio, aggressività e in alcuni casi azioni al limite della scorrettezza. Viceversa Verstappen ha dimostrato ancora una volta che le vittorie non hanno scalfito la sua smania di vittoria, costi quel che costi. Chi pensava ad un pilota leggermente meno motivato dopo aver sbriciolato tutti i record nella singola stagione, si è sbagliato di grosso. 

La presunta versione 2.0 del tre volte campione del mondo, più riflessiva, pacata è solo l’apparenza di una condotta di guida agevolata dal dominio Red Bull. Quando c’è da sporcarsi le mani, Max non si tira indietro cosi come altri campionissimi della Formula 1 come Senna e Schumacher di cui l’olandese sembra essere di più l’erede nel bene e nella disinvoltura in pista. Peccato che infrazioni meno pericolose vengono sanzionate in modo alquanto penalizzante.

Ad esempio ieri George Russell ha ricevuto una penalità di 5 secondi quando il tutto si poteva risolvere chiedendo al pilota di cedere la posizione conquistata fuori dalla pista. Probabilmente l’indulgenza verso alcune manovre estreme di Verstappen non sarebbe riservata a un suo collega, perché l’olandese incarna il personaggio che deve vincere costi quel che costi, in quella che sembra una sceneggiatura scritta da Liberty Media. Tutto roba buona per fare minutaggio nella prossima edizione di “Drive to Survive”.

 

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Foto interna x.com