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22/11/2023 09:00:00

Vanzini difende Las Vegas e critica un circuito storico: «Le gare sono un trenino»


News di Prisca Manzoni

Il GP di Las Vegas è passato da 0 a 100 nel giro di poche ore. Dopo l'inizio difficoltoso a causa dello scandalo del tombino mal sigillato, che ha compromesso la gara di Sainz, e gli spettatori costretti a lasciare gli spalti, le qualifiche hanno generato una scarica di adrenalina, specialmente nel tifosi della Rossa, e alla domenica si è svolta una delle corse più entusiasmanti dell'anno (Nonostante l'asticella sia bassa). 

Nell'ultimo numero di Autosprint, Carlo Vanzini ci ha tenuto a sostenere quanto successo nella città del peccato, nonostante la macchia della penalità al numero 55. "Negli anni '80, pur di correre a Las Vegas, la Formula Uno, allora guidata da Bernie Ecclestone, si accontentò del parcheggio, mastodontico, ma pur sempre uno spiazzo, del Caesars Palace, adesso si è presa la città. Un week end ipercriticato fin dall'annuncio: «non è più Formula Uno», «una pagliacciata», «ridateci Magny cours» etc etc, per citarne alcuni. «Sarà pericolosissimo per le gomme, con temperature glaciali», «l'uscita della pit lane è folle», etc etc, subito alla vigilia della corsa, per arrivare all'apice dell'odio per le dichiarazioni al giovedì di Verstappen, «è 99% show e 1% sport», unica voce fuori dal coro".

"C'è spazio sia per Las Vegas che per circuiti classici"

L'opinionista ha ammesso che le critiche sono arrivate "soprattutto per una cosa che non doveva assolutamente succedere, ma con precedenti su piste ben più anziane, come Malesia, Monaco e Baku, ossia il tombino che si è sollevato distruggendo la macchina di Sainz, non senza un forte spavento e la considerazione che è andata bene che nessuno si sia fatto male. L'omologazione della pista è compito della Federazione, miope poi nel non derogare la Ferrari a poter sostituire la batteria danneggiata senza penalità. Da lì in poi tutto è stato perfetto e alla fine il risultato è quello della gara più divertente della stagione, se non proprio la prima, una delle migliori, con lo stesso Verstappen che si è ricreduto, dichiarando che non vede l'ora di tornare qui l'anno prossimo. Il lavoro è stato mastodontico con un investimento faraonico, ma già ripagato con notevoli interessi, superando nei risultati il Super Bowl, l'evento per eccellenza in America e nel mondo che peraltro avrà proprio in Las Vegas la sua sede nel 2024". 

Vanzini ha poi voluto sottolineare il cambiamento che la Formula 1 ha visto negli ultimi anni, nato da un boom mediatico notevole, ma con cui è arrivata anche la classica lotta tra nuovo e vecchio, tra puristi dello sport e di chi vuole vedere scenari spettacolari ed eventi luccicanti. La speranza è che un evento come quello di Las Vegas possa mettere in pace le due voci. "Tutti siamo d'accordo nel dire che piste iconiche e storiche danno sensazioni diverse, ma in un mondiale di 22 gare, 24 l'anno prossimo, piste così e week end così sono assolutamente ben accolte. Verstappen ha dichiarato che Monaco è la Champions League, Las Vegas un campionato nazionale, per fare un confronto calcistico, ha assolutamente ragione, ma a Monaco sai che la domenica è un trenino, salvo errori sportivamente fatali, qui invece la gara è aperta. Hanno vinto in due, Verstappen e Las Vegas. Non ha vinto, ma ha ritrovato il sorriso con una magia delle sue Leclerc. Next stop rinnovo di contratto con Ferrari per vestirsi di rosso a vita, sperando che la macchina dia a lui e a Sainz la possibilità di lottare sempre e non solo a Las Vegas, sperando quindi che l'iconica frase: «quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas», venga smentita da prestazioni così, non ancora vincenti, ma convincenti". 

Foto copertina sport.sky.it

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