Ci risiamo. Puntuali come i 5 secondi di penalità a Vettel ecco che in prossimità di una scadenza di contratto arrivano voci incontrollate del clamoroso trasferimento di Lewis Hamilton in Ferrari.
Rumors che a nostro avviso non provengono da gole profonde all’interno di Maranello, ma più che altro sono seminate ad arte ed usano il terreno fertile del contesto attuale per crescere rigogliosi, e in questo caso anche con radici forti.
Charles Leclerc, seppur con alcune clausole d’uscita, si è legato a vita con la Ferrari tramite il rinnovo di contratto gloriosamente annunciato qualche giorno fa. Situazione diversa per l’attuale secondo alfiere Rosso. Il futuro di Carlos Sainz, in scadenza contrattuale alla fine del 2024, sembra tutt’altro che scritto. In effetti è quantomeno strano che ancora il più che probabile prolungamento di contratto dello spagnolo non sia stato annunciato dalla Scuderia. Esistono però molte ragionevoli motivazioni per questo ritardo e con ogni probabilità alla fine si arriverà ad un accordo.
Ma proviamo ad analizzare l'altro, tutto sommato, possibile scenario, quello che vedrebbe la coppia Leclerc - Hamilton esordire in rosso a partire dal 2025. Affascinante non c’è che dire, tanto da essere una storia raccontata migliaia di volte. Ma quali sono i principi su cui si basa, e quali sono i pro e i contro di questo matrimonio che “s’ha da fare”?
Diciamo innanzi tutto che è un desiderio più volte dichiarato dal presidente Elkann e per il quale in passato si è mosso direttamente corteggiando anche pubblicamente il sette volte campione del mondo. Per un presidente molte volte criticato per la mancanza di “passione” e di “presenza” all’interno del team, portare il blasone di Lewis a Maranello sarebbe un colpo che nella mente dei tifosi potrebbe ricordare quello di Montezemolo con Schumacher con il ritorno di un Campione del Mondo in Rosso dopo l’addio di Vettel. Elkann, dopo averci provato insistentemente lo scorso anno, questa volta è volato in Inghilterra per mettere sul piatto un assegno in bianco, la cifra puó averla tranquillamente scritta Hamilton. Una mossa dall’enorme valore commerciale e non trascurabile neanche dal punto di vista tecnico.
Hamilton porterebbe con sé un pesantissimo bagaglio di esperienza, inclusa una capacità di sviluppare e migliorare la monoposto non comune a tutti i piloti, e forse tallone d’Achille del talentuosissimo Leclerc. Oltre all’esperienza è molto probabile che Lewis porterebbe con sé anche Peter Bennington, Bono, il suo ingegnere di pista ed altro elemento fondamentale per la messa a punto della monoposto e per il giusto supporto nelle strategie di gara.
Altro punto a favore di Hamilton potrebbe essere il budget cap, in quanto gli stipendi dei piloti non rientrano tra i costi da tenere sotto il tetto e la Ferrari potrebbe mettere sul piatto tutto il suo potere economico. E’ innegabile che il campione inglese abbia “nel piede” qualche decimo in più del seppur bravissimo Sainz, decimi che invece, se spremuti dalla macchina, costerebbero milioni di quel budget cap da tenere sotto controllo ed usare sapientemente per gli indispensabili sviluppi durante la stagione.
Non sarebbe neanche un problema la convivenza con Leclerc considerando l’ottimo rapporto e la grande stima che lega i due piloti. Lewis ne ha tessuto le lodi in più occasioni indicandolo come il futuro della Formula 1. Charles analogamente lo ha sempre considerato un punto di riferimento e in più di una occasione, tra sorrisi imbarazzati, lo ha indicato come compagno ideale.
Il campione inglese non è inoltre solo un desiderio del Presidente, anche Frederic Vasseur ha un ottimo rapporto personale e una grande stima per Hamilton. Il team principal della Ferrari non ha mai nascosto i tanti contatti con Lewis e sicuramente ha già dato la sua benedizione al temerario tentativo di Elkann.
Quali sono allora i “contro” di questa operazione? Per quanto ci si sforzi l’unico problema identificabile è l’età di Lewis, ormai sulla soglia dei 40 anni, ma considerando lo stato atletico del pilota e la sua determinazione mentale è più che probabile che 2 o 3 stagioni al top con la tuta Rossa siano un obbiettivo più che raggiungibile (monoposto permettendo).
Foto interna motorsport.uol.com.br
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