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18/02/2024 22:15:00

La vita di Steiner dopo la F1: «Molte persone pensano che non faccia più niente...»


News di Giuseppe Cianci

Il 10 gennaio scorso una notizia bomba ha sconvolto il mondo della Formula 1. Gunther Steiner, dopo 10 anni come Team Principal della Haas, è costretto a lasciare la stessa organizzazione che ha contribuito a fondare insieme al proprietario Gene Haas.

È stato proprio l'altoatesino a convincere Haas a creare un team di Formula 1 e, con la benedizione e il sostegno del magnate americano, le prime VF-16 guidate da Romain Grosjean ed Esteban Gutierrez sono uscite dai box del Circuit de Catalunya di Barcellona per il primo giorno di test pre-stagionali il 22 febbraio 2016.

Dopo tutti questi anni trascorsi a lavorare in F1 e a sbatterci spesso la testa, Steiner ha ricevuto l'ordine di lasciate la Haas, per un "necessario" un cambio di direzione. Ayao Komatsu è stato chiamato come successore nel tentativo di rendere il team più focalizzato sull'ingegneria. La decisione di Haas è stata comunicata con una telefonata avvenuta tra Natale e Capodanno, che Steiner ammette di non riuscire ancora a comprendere a distanza di due mesi.

Steiner si racconta: dagli approdi in Formula 1 al dopo Haas

Durante un'intervista rilasciata a racingnews365, Gunther Steiner ha dichiarato: "Devo rispettare il fatto che la squadra è sua, non mia, quindi chi sono io per dirgli cosa fare? Lui può fare quello che vuole e io farò quello che voglio. È così semplice. La vita è così, e ora posso vivere facendo le mie scelte".

"Sono piuttosto testardo e direi che la testardaggine ha permesso di tenere in piedi la squadra", ha dichiarato Steiner aggiungendo poi: "Nel 2020, quando è scoppiata la pandemia, Gene voleva ovviamente staccare la spina, dicendo che aveva chiuso. Gli ho detto: 'Se trovo i soldi per continuare, continuerai anche tu'. Lui ha detto di sì, così ho trovato i soldi e ho continuato a portare avanti la squadra. Quello è stato il momento più basso, perché eravamo in una posizione di rottura. Non c'erano vie di mezzo, non si poteva tirare avanti. Dovevamo fare qualcosa, ed è andata bene".

"Ovviamente, a quella decisione sono seguiti alcuni anni difficili e la squadra ha avuto un'enorme battuta d'arresto, abbiamo dovuto lasciare andare tante persone in quell'anno, in un momento in cui eravamo su una buona traiettoria in salita. Poi, nel 2020, si è staccata la spina e all'improvviso si è tornati al punto di partenza, o peggio di prima. Credo che quello sia stato il momento più difficile per la squadra".

L'altoatesino ha poi detto: "Con il senno di poi, ovviamente avrei potuto fare le cose in modo diverso e migliore. Non c'è una cosa che direi sia stata completamente sbagliata. Ci sono state tante piccole cose che, sapendo ora come sono andate a finire, ovviamente le farei in modo diverso perché così avrei ottenuto il risultato che volevo. In generale però, non credo che ci siano stati grandi errori. Si può sempre fare meglio, e io sono sempre onesto. So che avrei potuto fare meglio. Non ho fatto un lavoro fantastico ma ho fatto le cose giuste in quel momento, c'erano molti vincoli con quello che stavamo facendo".

Steiner può almeno trarre conforto dal fatto di aver lasciato la squadra con il dovuto rispetto da parte dei suoi colleghi nel paddock della F1: "Molti mi hanno mandato messaggi, mi hanno chiamato e mi hanno detto 'Ehi Guenther, hai fatto un buon lavoro', ed è bello sentirselo dire da persone che stimo e che mi rispettano"

"Sono partito con il sogno di fondare un nuovo team di Formula 1. Andai in giro con un piano aziendale, trovai Gene, non mi portò con sé, lo portai io, e fu un periodo entusiasmante. All'epoca c'erano tanti detrattori, che dicevano che non ce l'avremmo fatta perché tanti altri team che erano falliti, ma tutt'oggi la Haas esiste ancora".

Guardando al futuro, Steiner si gode la vita lontano dalla F1, senza rimpianti: "Quello che è successo è il passato. La gente ora pensa che deve essere bello non fare niente: io vorrei non fare niente, ma ho un sacco di impegni. Devo mantenere il mio lavoro".

Gunther ha infatti ricevuto già diverse offerte per tornare in F1, ma "niente di concreto", e mentre continua a gestire la sua azienda manifatturiera, la Fibreworks Composites, dagli Stati Uniti, sta valutando numerosi inviti, tra cui quello di lavorare nei media. Secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe commentare per un'emittente televisiva australiana il Gran Premio del mese prossimo all'Albert Park di Melbourne. Un'altra possibilità che ha l'altoatesino sarebbe quella di realizzare un suo show comico con tematica principale la Formula 1. Ma se dovesse tornare a ricoprire il ruolo di team principal ha detto: "Devo ancora capire cosa voglio fare da grande. Ma non ho fretta di tornare nella stessa posizione di prima. Voglio vedere cos'altro c'è in giro".

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