Sono ore, giorni davvero difficili, talvolta incredibili e surreali, quelli che sta vivendo il team Red Bull. Nella giornata di mercoledì, era terminata la lunga investigazione sulla vicenda, relativa ad un presunto scandalo sessuale, che vedeva coinvolto il team principal della squadra anglo-austriaca Christian Horner come accusato ed una dipendente della squadra come parte lesa, vittima di un comportamento poco lecito da parte del suo capo. Una investigazione che, come scritto nel comunicato emanato dalla casa madre, Red Bull, aveva visto la completa assoluzione del manager.
La vicenda, quindi, sembrava conclusa almeno fino ai pochi minuti dalla fine della seconda sessione di prove libere del GP del Bahrain (primo round della stagione 2024), quando un giornalista anonimo ha invitato una mail, anch'essa anonima ai giornalisti permanentemente accreditati in pista, contenente degli screenshoot privati della conversazione imputata tra lo stesso Christian Horner e la dipendente che aveva segnalato il tutto e da cui era partita l'indagine. Elementi, questi, che in un battibaleno hanno fatto riesplodere il caso all'interno del paddock e spinto molti a ricercare la verità che si cela dietro la faccenda, se una lotta di potere nel team o se sia un vero e proprio sex-gate.
A commentare la vicenda ci ha pensato il noto giornalista Roberto Chinchero che, in un.pezzo su "Motorsport.com", non ha usato mezzi termini per sostenere come dietro a questa vicenda si celi una lotta di potere interna al team finalizzata a screditare ed ottenere la testa dello stesso Horner.
"C’è chi vuole Christian Horner fuori dalla Red Bull. Quella che era una supposizione è diventata realtà oggi. Mentre le monoposto giravano sul circuito di Sakhir molti addetti ai lavori hanno ricevuto una e-mail anonima con un link ad un Google Drive contenente un dossier con i presunti documenti che sono stati al centro del caso Horner".
Mail il cui chiaro obiettivo è quello di screditare la figura di Horner, non essendo stato possibile farlo con l'indagine interna che ha portato un nulla di fatto. Una volontà si avvale di qualsiasi mezzo per giungere a meta.
"L’obiettivo di voler screditare la figura di Horner. Dopo la dichiarazione rilasciata ieri dalla Red Bull in merito alla conclusione dell’indagine interna, che ha scagionato Horner dalle accuse, c’è chi non vuole spegnere i riflettori sulla vicenda. Le modalità con cui operano una o più persone in forma anonima, confermano una determinazione feroce che non si fa problemi a commettere reati come la diffusione di materiale privato e riservato".
Una modalità adottata da una o più persone anonime indubbiamente vile e priva della pur minima forma di rispetto verso una persona che, di fatto, è padre e marito. Una mossa illegale che, secondo il noto giornalista, non dovrebbe trovare seguito con eventuali azioni di indagine della stessa F1 che, al contrario, dovrebbe accettare l'indagine Red Bull e archiviare la faccenda.
"Per il paddock della Formula 1 c’è una grande opportunità: cancellare quanto ricevuto facendo cadere nel vuoto un tentativo vigliacco (oltre che illegale) di screditare una persona appena giudicata da un’indagine interna all’azienda in cui opera. Sarebbe un grande errore far seguire qualsiasi azione sulla base di un gesto criminale come l’invio di e-mail anonime".
Un invio di schermate dei messaggi (la cui veridicità non è stata ancora accertata) che dovrà essere, in quanto illegale, archiviato dalla F1 e trattato dalle autorità competenti che dovranno prendere i provenienti necessari verso gli autori del tutto.
"In casa Red Bull resta poi il problema di identificare (ammesso che non sia già noto) chi opera senza scrupoli perseguendo degli interessi personali. Se il materiale inviato dovesse risultare autentico, sarà importante capire dove è avvenuta la fuga dei documenti e chi ha inviato la mail servendosi di indirizzi anonimi. È una brutta vicenda da archiviare in fretta dopo aver messo tutto in mano alle autorità competenti".
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