Ogni pilota ha uno stile di guida diverso dagli altri. Intervistato su quest'argomento, Oscar Piastri ritiene che la sua preferenza per un approccio misurato alla Formula 1 lo avvicini più ad Alain Prost che al compianto Ayrton Senna.
Vincitore di 51 Gran Premi e quattro volte campione del mondo, Prost si è guadagnato il soprannome di "Professore" durante la sua carriera per la sua brillantezza strategica e analitica. Lo stile di guida fluido e scorrevole del francese era spesso in netto contrasto con l'aggressività sgargiante di molti dei suoi rivali, tra cui il più grande di tutti, Senna.
L'australiano, intervistato per il sito web Speedcafè, ha suggerito una chiara affinità con l'approccio di Prost, soprattutto alla luce delle caratteristiche delle attuali auto a effetto suolo della F1. Di seguito vi riportiamo le sue parole.
Parlando del suo stile di guida Oscar Piastri ha dichiarato: "Direi che è molto, molto vicino a Prost da questo punto di vista. Penso che con la quantità di deportanza che abbiamo sulle auto in questi anni, bisogna guidare le auto abbastanza dritte. Con le gomme che usiamo, queste monoposto non amano stare di traverso, quindi bisogna sempre adattarsi a ciò che si ha intorno. Per me, questo è il modo in cui ho cercato di considerare il mio stile di guida. Credo di avere un modo naturale di guidare una macchina, diciamo, ma sento che uno dei miei punti di forza è la capacità di adattarmi a vetture diverse abbastanza rapidamente".
"Se si considerano alcune delle vetture che ho guidato, la F2 probabilmente mi si addiceva molto bene con alcune delle sue caratteristiche. In F1 invece ci sono alcune caratteristiche che vanno bene e altre che non vanno bene, ma bisogna essere in grado di guidare con tutte".
L'australiano ha poi concluso il suo intervento dicendo: "Le qualifiche sono il momento in cui si ha la massima aderenza, il carburante più basso, insomma, sono le condizioni migliori e credo che in qualche modo possano mascherare alcune delle difficoltà di gestione che si hanno. Questo è stato sicuramente un elemento, soprattutto nella prima parte dell'anno scorso, in cui mi sono sentito molto più a mio agio in qualifica, un po' per ironia della sorte, perché la pressione è molto alta. Con l'avanzare dell'anno, questa tendenza si è attenuata, ma credo che l'unica cosa che ha giocato a mio sfavore nella seconda metà di stagione siano stati i tanti circuiti nuovi".
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