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11/04/2024 07:00:00

Ferrari, Smedley: «Brasile 2008? Weekend perfetto come esecuzione. Mai visto niente di simile»


News di Alessio Ciancola

San Paolo, novembre 2008: Felipe Massa su Ferrari transita sotto la bandiera a scacchi in prima posizione, vincendo il GP del Brasile, facendo esplodere la gioia al box del Cavallino per un titolo mondiale che sembra conquistato. Sembra, ma solo all'apparenza, perché dopo 38 secondi la McLaren di Lewis Hamilton passa sulla linea del traguardo in quinta posizione e, al termine di una gara rocambolesca, riesce a conquistare i punti necessari per diventare lui il nuovo campione del mondo e strappare così a Massa e alla Rossa quello che, appunto, sembrava un titolo mondiale.

In un singolo istante la gioia nel box Ferrari si trasforma in una delusione collettiva, con scene di isteria che contrastano con la goia del pubblico sugli spalti, ancora ingaro della beffa subita dal beniamino di casa a gara. Quando arriva l'annuncio agli altoparlanti il pubblico si ammultlisce e capisce la portata di quegli ultimi 38 secondi di gara. Secondi in cui Lewis Hamilton, su McLaren, ha passato la Toyota di Timo Glock (con gomme slick su pista allagata) e centrato la quinta posizione con cui laurearsi campione del mondo per la prima volta in carriera al termine di una stagione bella, talvolta folle, e di cui sia Massa che la Ferrari hanno ed avranno (anche dopo l'ammissione di un GP, a Singapore, 'truccato' dalla Renault e coperto dalla stessa F1) molto da recriminare.

Atto finale di quella stagione di cui, nel corso di una recente intervista esclusiva, abbiamo avuto modo di parlare con Rob Smedley, ex ingegnere di pista di Felipe Massa in Ferrari che, quel 2008, lo ha vissuto solamente un passo indietro ad uno dei due protagonisti. Atto finale che, di fatto, ha portato il pilota brasiliano e la Rossa alla sconfitta, pur essendo stato, a detta del tecnico inglese, il miglior fine settimana da lui mai vissuto nella sua carriera al muretto dal punto di vista dell'esecuzione. All'apparenza un paradosso...

"Sulla carta abbiamo perso il titolo in Brasile, ma non è stata quella la gara decisiva. Quel weekend come team siamo stati perfetti. Non ho più visto niente di simile nella mia carriera. Tutti lavoravano bene insieme, meccanici, pilota, ingegneri. Tutto era stato programmato in modo meticoloso, sempre in prima posizione nelle prove, poi pole position. Una gara difficile, tra asciutto e bagnato, con tutte le decisioni giuste e Felipe esente dal minimo errore, vincitore in gara con ampio margine".

Un weekend, come detto, dal punto di vista dell'esecuzione perfetto, secondo Smedley. Perfezione raggiunta dal punto di vista dei risultati, come la prima posizione presa nel corso delle FP1 del venerdì e mai mollata sino al traguardo, che assume una valenza ancor più importante se si considera le facilità con cui sarebbe stato possibile sbagliare data la pressione di una gara decisiva per il mondiale, l'elevata concorrenza da parte di Lewis Hamilton e soprattutto il meteo davvero mutevole che accompagnò quella tre giorni in terra paulista.

"Vivevamo il weekend ora per ora, potevamo solo vincere. Ripeto: è stato il weekend con la miglior esecuzione, senza arroganza. Ho visto pochi altri team fare lo stesso: pole, giro veloce e vittoria con quella pressione, quella competizione di Hamilton e quelle condizioni".

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Foto copertina twitter.com