L'incubo di tutti gli sportivi è che l'organo di governo favorisca uno dei partecipanti alla competizione. In Formula 1, nel caso della FIA e della Red Bull, si fa davvero tanta fatica a credere che non ci sia un "trattamento speciale".
Quanto visto in Austria non lascia scampo alla Federazione, è semplicemente incomprensibile. Ripercorriamo insieme gli eventi che sono stati valutati in maniera sospetta.
Il primo su cui porre la nostra attenzione non può che essere il contatto tra Sergio Pérez ed Oscar Piastri: alla curva 4 del primo giro, infatti, il messicano ha spinto l'avversario in ghiaia nel tentativo di sorpassarlo, rimediando - per giunta - un danno importante alla sidepod della sua RB20.
Il tocco tra le due vetture è più che evidente, così come il fatto che Checo si trovasse dietro la McLaren al punto di corda.
Tutto ciò che è scritto nel regolamento, dunque, porterebbe ad una penalità per il pilota Red Bull, che invece non è arrivata.
Lo stesso discorso vale per l'unsafe release di Max Verstappen nei confronti di Lando Norris, avvenuto durante un pit stop: la vettura numero 1 è stata rimandata in pit lane contemporaneamente al passaggio dell'inglese per la propria sosta, costringendolo a frenare improvvisamente e perdere conseguentemente del tempo.
Anche in questo caso, stando alle normative e ai tanti precedenti della stessa natura, una penalità di 5 secondi sarebbe dovuta essere immediata; ma così non è stato.
La FIA, infatti, ha prima aspettato diversi giri per investigare l'episodio - nonostante la sua chiarezza - per poi dichiarare che la manovra di rilascio della Red Bull "non è stata pericolosa".
Insomma, ormai gli aggettivi per definire questo tipo di attitudine decisionale stanno finendo. Tale situazione non fa altro che sminuire i successi della squadra e dei suoi piloti, non dando giustizia ai loro indiscutibili meriti.
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