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11/09/2024 20:30:00

GP Azerbaijan - Le caratteristiche del tracciato e le mescole scelte


Gran Premio di Giuseppe Cianci

L'ultimo terzo della stagione prende il via da Baku, capitale dell'Azerbaijan che, secondo la storia, fu fondata da Alessandro Magno. Il nome della città in arabo deriva dal persiano bād Kūbac, che significa “folata di vento”. Quest'anno, per la prima volta, la gara si svolge a settembre anziché nei consueti mesi di aprile o giugno e sarà così anche l'anno prossimo, con l'obiettivo di ottenere un calendario più coerente dal punto di vista logistico.

Come di consueto per un circuito cittadino, Pirelli ha scelto le tre mescole da asciutto più morbide della gamma, ovvero la C3 come Hard, la C4 come Medium e la C5 come Soft. Il tracciato, lungo 6,003 chilometri, è rimasto pressoché invariato rispetto al 2016 e presenta 20 curve. Alcune di queste, come le prime sette, sono praticamente curve ad angolo retto, mentre altre, che attraversano la parte vecchia della città, sono molto lente e altre ancora sono da percorrere a gas spalancato, in quanto fanno parte di un tratto di pista che viene trattato come un rettilineo di due chilometri che attraversa il traguardo. La pista varia molto in larghezza, passando da soli sette metri alla curva 8 a una larghezza sufficiente per ospitare tre auto in fila lungo il rettilineo principale.

Poiché il circuito è normalmente aperto al traffico cittadino, l'evoluzione della pista sarà un fattore importante da considerare per valutare le prestazioni, mentre anche il meteo può fare la sua parte. In genere, a settembre fa piuttosto caldo, con temperature decisamente più elevate rispetto a quelle registrate quando la gara si è svolta in aprile. Inoltre, la temperatura della pista può variare in modo significativo a seconda delle parti esposte al sole o all'ombra degli edifici circostanti, soprattutto nel tratto che attraversa la città vecchia. Infine, ma non meno importante, il vento può alterare la maneggevolezza della vettura e, provenendo da direzioni diverse, può cogliere i piloti alla sprovvista, poiché è incanalato dagli edifici circostanti della città.

Per quanto riguarda la strategia, Baku è una tipica gara a una sola sosta, con il pneumatico più duro che svolge la maggior parte del lavoro. Anche se un'occhiata al disegno del circuito potrebbe far pensare che i sorpassi siano relativamente semplici, non è affatto così. Data la gerarchia delle squadre quest'anno, con differenze di prestazioni minime all'interno dei due gruppi principali, l'efficacia del DRS potrebbe giocare un ruolo importante, così come la capacità di ogni squadra di reagire all'imprevisto su una pista dove le possibilità di vedere una Safety Car sono molto alte. 

Sergio Perez è l'unico pilota ad aver vinto qui più di una volta. Il messicano si è imposto a Baku nel 2021 e nel 2023, vincendo l'ultima volta anche la Sprint, dimostrando di avere una chiara affinità con questo tipo di pista, visto che sei delle sue sette vittorie in Formula 1 sono arrivate su circuiti stradali. Se Checo è il re di Baku, si può dire che Charles Leclerc sia il suo principe delle pole position, dato che il monegasco si è assicurato il posto numero uno in griglia negli ultimi tre anni, e l'anno scorso è stato anche il più veloce nella Sprint Shootout. Per quanto riguarda le squadre, i ruoli si invertono: la Red Bull ha il maggior numero di vittorie (quattro) ma nessuna pole position, mentre la Ferrari ha quattro pole, di cui una per gentile concessione di Sebastian Vettel, ma non ha mai vinto. In effetti, la squadra italiana è salita sul podio solo quattro volte, mentre Mercedes e Red Bull lo hanno fatto in sei occasioni ciascuna.

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Foto f1pressarea.pirelli.com