È una mossa di cui, inevitabilmente, si sta parlando da diversi mesi, quella relativa al trasferimento di Lewis Hamilton in Ferrari a partire dalla stagione 2025. Un accordo, reso noto lo scorso febbraio, che sancisce il colpo del secolo per l'intera Formula 1, poiché darà vita all'unione tra il team e il pilota più vincenti nella storia del Circus. Un accordo, è ormai cosa nota, fortemente voluto dal presidente del Cavallino, John Elkann, mosso sia da una stima verso il pilota inglese e sia, se non soprattutto, dai benefici che il sette volte campione del mondo potrà portare alla Rossa: esperienza, conoscenze di un team rivale, di metodologie, di visibilità mondiale e indubbio valore aggiunto al volante.
Una mossa che, dopo aver totalmente scompigliato il mercato piloti, ha evidenziato la volontà della casa di Maranello di tornare a vincere dopo anni di digiuno, visto che va ad allungare (o sublimare) la lista di operazioni compiute negli ultimi 12 mesi dalla dirigenza della Rossa: la scelta di Fréd Vasseur come team principal, l'arrivo di tecnici da team rivali (junior,, "top guy" come Serra e D'Ambrosio o altri che arriveranno) e il rinnovo di contratto di Charles Leclerc, che con Lewis comporrà un dream team. Un accordo che, giocoforza, ha scatenato l'opinione pubblica e molti, tra gli addetti ai lavori, hanno espresso il proprio punto di vista sulla vicenda, spesse volte parlando in maniera entusiastica di questa unione.
Tra questi, a tornare sulla questione in una recente intervista a RacingNews365, c'è anche il tre volte campione del mondo di F1, Sir Jackie Stewart, che ha espresso la sua visionw sul “matrimonio del secolo”, possibile grazie alla nuova organizzazione, più stabile, della Ferrari. Non solo, poiché secondo l'ex iridato la scelta di Lewis è stata condizionata anche da fattori emotivi, di cuore, come la possibilità di visitare ed entrare nella storia e iconica sede della Ferrari a Maranello, un plus rispetto a qualsiasi altro team.
“Sono rimasto in qualche modo sorpreso dalla sua scelta, perché Hamilton ha 40 anni e andrà in una squadra che negli ultimi tempi è tornata competitiva. Prima c’erano stati molti bassi e stravolgimenti nell’assetto manageriale della Ferrari. Ora la situazione è più stabile e sono sicuro che Lewis sia rimasto impressionato dal vedere la struttura di Maranello. Puoi andare a vedere la Red Bull, McLaren, ma la fabbrica della Ferrari è lì da molto più tempo. Io non ho mai guidato per la Rossa, ho quasi firmato un contratto con loro. Quando sono andato a visitare la fabbrica sono rimasto sorpreso. Era qualcosa di impressionante e l’atmosfera che si respirava in quel posto era pazzesca”.
Stewart, inoltre, ha ammesso che, anche per ragioni anagrafiche, l’ultima esperienza in carriera di Hamilton non sarà facile, anche se il suo talento pare ancora intatto, come visto a Silverstone.
“Gli italiani sono grandi persone, si spiegano sempre in maniera colorita ed emozionante. E sono sicuro che anche Hamilton avrà la possibilità di sperimentare questa cosa. Ma è vero che per lui sarà un po’ più complicato adesso di quanto sarebbe stato a 25 o a 30 anni. Sono sicuro che però abbia ancora le capacità e il talento, come abbiamo visto a Silverstone quest’anno. Prima o poi dovrà ritirarsi, ma se sente che questo momento non è ancora arrivato lo capisco. Sono anche convinto che Lewis abbia condotto una trattativa vantaggiosa con la Ferrari, anche perché il team non è certo privo di soldi”.
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