Il GP di Miami 2025 non sarà certo un evento da ricordare in casa Ferrari. Chiudere con Leclerc e Hamilton in settima e ottava posizione non fa altro che confermare quello che affermiamo ormai da tempo, la SF-25 non è una vettura da titolo e non lo è mai stata.
Il fatto che riesca a far vedere del buono a tratti è indice di un progetto ovviamente non tutto da buttare. Del buono c’è e qualora il team riesca a sistemare la meccanica della monoposto e ad aumentare la finestra di funzionamento delle gomme, vedremo sicuramente una vettura diversa. Capace di lottare per il podio, ma non di più, non contro una McLaren così forte.
Su due tracciati, abbastanza simili, quello di Jeddah e Miami, la Ferrari ha lottato per delle posizioni totalmente diverse e soprattutto si è resa protagonista di performance agli antipodi. In Arabia Saudita, Leclerc era riuscito a stare a 376 millesimi da Verstappen in qualifica e in gara aveva ottenuto addirittura il primo podio della stagione, chiudendo a 8’’1 di distanza dalla McLaren di Oscar Piastri. Una gara tra le altre cose senza interruzioni.
Cosa è andato storto in Florida? Con il senno di poi, che il GP di Miami sarebbe stato un fallimento per la Ferrari si sarebbe dovuto intuire dal venerdì. Il primo evento dell’anno organizzato dagli Stati Uniti è stato arricchito dal format Sprint e in quanto tale, la preparazione a casa era assolutamente importante.
“In Florida ci attende il secondo weekend Sprint della stagione, per il quale ci siamo preparati al meglio in fabbrica dal momento che avremo a disposizione soltanto un’ora di prove libere prima di andare in qualifica per la gara Sprint del sabato”, affermava Vasseur nelle dichiarazioni della vigilia (il comunicato). Che la Ferrari non si fosse esattamente preparata a dovere lo si poteva e lo si doveva intuire già dalle tante modifiche di assetto fatte sulla vettura di Leclerc e Hamilton durante l’unica sessione di prove libere.
Era chiaro. Un segnale lampante che la vettura, messa sulla pista di Miami non stesse rispondendo alle aspettative dei piloti e dei tecnici. Il che ci porta a due considerazioni, la prima, che la vendiamo come consiglio spassionato e gratuito alla dirigenza, è quello di non caricare troppo e inutilmente le aspettative. Oltre a non servire a nulla, fa soltanto danno.
La seconda invece, quella più preoccupante è che non ci sia corrispondenza dei dati tra fabbrica (CFD/galleria del vento) e la pista. Come scusante, la Ferrari può avere quella che in Florida ci si attendeva un clima molto diverso, ma le condizioni atmosferiche sono uguali per tutti. Le attenuanti ormai non reggono più, soprattutto se poi alla vigilia, vengono rilasciate simili dichiarazioni.
Foto: Ferrari
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