Purtroppo sono ancora qui, a criticare l'operato della Federazione Internazionale dell'Automobile, l'organo governativo della Formula 1.
Che ci crediate o meno, è l'ultima cosa che vorrei fare, ma purtroppo non mi posso esimere dall'esprimere il mio grande scetticismo, per non chiamarlo disgusto, su quanto accaduto al sabato.
Nel corso della prima sessione di qualifiche ad Imola, la Q1, Franco Colapinto è stato protagonista di un violento incidente - fortunatamente senza conseguenze - alla chicane del Tamburello.
Prima che venisse esposta la bandiera rossa (e sarebbe doverosa una discussione sulle tempistiche, per l'ennesima volta), Oliver Bearman ha concluso un giro che lo avrebbe visto accedere al Q2 in decima posizione.
Avrete notato l'uso del condizionale. Non è stato un errore, né tantomeno una scelta casuale. Vi è il condizionale per il semplice fatto che Bearman in Q2 non ci è arrivato, perché quel tempo gli è stato cancellato.
Il motivo? Un ritardo nei sistemi della FIA: in pista e sul monitor dei tempi, la comunicazione è arrivata dopo che Bearman ha concluso il suo giro, ma per i giudici no.
La spiegazione data dai commissari conferma che è stata compiuta una vera e propria ingiustizia, come denunciato dal pilota Haas in persona: "Totalmente scorretto. Era chiaro che non c'era ancora la bandiera rossa quando ho tagliato il traguardo", ha detto.
Restano tanti dubbi a riguardo, mentre l'unica certezza, oramai sempre più consolidata, è che non si può andare avanti così. Per il bene della Formula 1, bisogna fare qualcosa. Una volta e per tutte.
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