Il primo appuntamento europeo della stagione va quasi secondo le nostre aspettative. Prima della gara auspicavamo un GP in cui avremmo potuto assistere ad un bel mix di strategie ad una e due soste, con la Ferrari che secondo noi avrebbe dovuto rischiare qualcosina di più, provando a mandare in tilt tutti i muretti differenziando le tattiche dei propri alfieri. Così è stato (leggi qui) e di fatti, il muretto guidato dagli uomini di Maranello è riuscito a rovinare le gare di qualche pilota, peccato però che la VSC chiamata in causa da Ocon e successivamente la Safety Car di Antonelli abbiano dato l’opportunità a tutti di mettersi su due soste così da vanificare tutti gli sforzi fatti da chi, come Leclerc, aveva optato per andare su due soste sin dall’inizio.
La strategia che è andata per la maggiore è stata M-H-H, con i pit stop avvenuti durante entrambe le neutralizzazioni. Su questa tattica troviamo il vincitore Verstappen e il secondo classificato Norris (gran gestione della gomma Media nel primo stint per loro, soprattutto Max), Albon e Hadjar. Poi abbiamo visto Hard-Medium-Hard per Hamilton, che ha approfittato anche lui delle vetture di sicurezza per effettuare il cambio gomme, e infine Tsunoda e Hulkenberg su una sosta Hard-Medium, con il pit arrivato durante la VSC. Anche quest’ultima non male come idea dal momento che Yuki riesce ad arrivare 10° nonostante fosse partito dalla pit lane.
Tutti gli altri invece hanno adottato delle strategie che sono state condizionate in modo negativo dalle Safety Car. Le soste sono avvenute infatti un po’ in anticipo rispetto alle neutralizzazioni. Piastri, Leclerc, Russell, Sainz, Gasly e Lawson adottano una strategia a due soste M-H-H, con il primo pit molto anticipato. M-H-H anche per Colapinto, che però entra ai box poco prima dell’arrivo della Virtual. Poi abbiamo M-H-M per le due Aston Martin, che cadendo in ritardo nella trappola di Leclerc e della Ferrari, perdono terreno e non riescono più a concludere in zona punti. Una strana H-M-H di Bearman (solo due giri su Medie C5) e infine M-H-H-M per Bortoleto in ultima posizione. Si contano i ritiri di Antonelli e Ocon, entrambi per motivi tecnici.
La Ferrari, a nostro avviso, ha saputo prendere sempre la giusta decisione durante il GP di Imola. Giusto differenziare le strategie, giusta la tempistica della prima chiamata ai box di Leclerc. Charles entra prestissimo, al decimo giro, creando uno scompiglio tale che, pur partito dall’undicesima casella, riuscirà a sopravanzare Russell (scattato terzo), Alonso e Sainz e ad avvicinarsi a soli 4’’ da Oscar Piastri. Sarebbe stato interessante vedere il potenziale completo di questa tattica, però la VSC e la Safety Car rovinano tutte le speranze di Charles. Per ben due volte.
La Ferrari, nonostante avesse già chiamato Leclerc ai box, decide di approfittare della VSC per metterlo nelle stesse condizioni dei rivali davanti, a quel punto si credeva che i piloti di testa andassero ormai su una sosta, mentre chi ne aveva già fatto una, si sarebbe adeguato facendone due, ma mettendosi a pari condizioni della concorrenza. Dopo 29 giri Charles ha effettuato già due soste e terminato tutti i set di Medie e Hard a propria disposizione. Così quando esce la SC di Antonelli, il monegasco chiede al muretto di rientrare per montare l’unico set che aveva disponibile: le Soft C6, tra l'altro nuove (vedi foto a seguire). Mancando 17 giri al termine, la Ferrari non si fida della mescola più morbida portata in pista dalla Pirelli, così lo lascia fuori con le Hard montate al giro 29 e questo lo rende facile preda dei piloti che invece hanno avuto l’opportunità di montare dei set nuovi di Hard C4 per il finale (parliamo di Hamilton e Albon). Gli steward tra l’altro impiegano moltissimo tempo per ripristinare la pista (7 giri), portando i piloti ad affrontare una mini gara di 10 tornate.
Con il senno di poi la Ferrari avrebbe potuto correre il rischio di mettere le C6 a Leclerc, ma non poteva avere la certezza che i commissari avrebbero impiegato così tanto a pulire il tracciato. Quella era l’unica decisione possibile in quel frangente. Se la gara fosse ripresa in breve tempo la Soft non sarebbe riuscita a percorrere tutti quei giri in modo competitivo, per cui crediamo che sia stata presa la giusta decisione.
Verstappen, Norris, Hamilton e Albon hanno avuto decisamente più fortuna con le tempistiche della Safety Car e Max ha sfruttato il grandissimo passo che aveva oggi per vincere incontrastato. Norris non ha mai avuto ritmo per restare in scia, mentre Piastri, come Leclerc, è stato penalizzato dalla scelta di giocare d’anticipo. Oscar tra l’altro copia quasi fedelmente quanto fatto da Charles e anche lui, nel finale andrà così tanto in sofferenza da perdere la posizione sul compagno Norris. Peccato per il problema tecnico accusato invece da Antonelli. L’italiano stava conducendo una gran bella gara. Il ritiro arriva al 46° giro mentre ricopriva l’ottava posizione davanti al compagno Russell. George paga cara la scelta di copiare la strategia di Leclerc troppo in ritardo, il che gli fa perdere tantissime posizioni. Le tempistiche delle due neutralizzazioni hanno fatto il resto.
Il passo e la gestione gomme di Leclerc e Hamilton mettono completamente in ombra tutte le dichiarazioni del sabato. Dopo una simile prestazione, con l’esclusione di entrambi i piloti dalla Q2 era più che lecito, ma affermare che la SF-25 non ha potenziale e risultare poi a tratti anche la vettura più veloce in pista alla domenica, è altresì errato. Se la monoposto non avesse avuto del potenziale, sarebbe stato impossibile ottenere la quarta e la sesta posizione partendo al di fuori della top-10. La vettura sta facendo di tutto per distruggere l’ambiente della Ferrari. I tecnici e i piloti non hanno ancora capito come ottimizzare il set-up per ottenere il massimo dagli pneumatici, ma il potenziale c’è. Il problema è che viene fuori con tempistiche del tutto inaspettate e per ragioni che al momento sfuggono agli ingegneri del Cavallino.
Il commento rilasciato dal direttore motorsport Pirelli, Mario Isola, al termine della gara: “La scelta di selezionare un tris di mescole uno step più morbido rispetto alla scorsa stagione si è rivelata corretta. Guardando alla prima parte del GP si evince come in una situazione in cui tutti i piloti stavano gestendo il ritmo nello stint iniziale è bastato che uno di loro, nella fattispecie Leclerc, facesse una mossa a sorpresa per innescare un cambio di scenario: alcuni hanno scelto di provare ad allungare il più possibile lo stint, puntando quindi chiaramente sulla sosta singola, altri hanno invece visto che l’undercut del ferrarista era molto efficace e sono stati costretti a reagire. La combinazione fra la gomma nuova e la pista libera ha permesso a Leclerc di guadagnare tantissime posizioni”.
“Quanto accaduto nella seconda parte impedisce di sapere con certezza quanto avrebbe pagato un anticipo del pit-stop così rilevante o se questa mossa avrebbe forzato i piloti che l’hanno fatta ad effettuare due soste. Ciò significa, sostanzialmente, che la scelta di andare più morbidi come gomme ha comunque aperto la porta a più opzioni, sia in termini di numero di soste che di lunghezza degli stint”, ha concluso il manager italiano alle colonne della Pirelli.
Foto copertina: X, Ferrari, Foto interne: X, Pirelli
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