Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde tratta la storia di Gabriel John Utterson, un avvocato londinese che indaga sui singolari episodi tra un suo vecchio amico, il dottor Jekyll, e il malvagio signor Hyde. L'impatto che questa storia ha avuto è stato a dir poco universale, tanto da diventare un'espressione di uso comune che sta ad indicare una persona che sembra avere due distinte personalità oppure la natura normalmente buona, ma a volte totalmente imprevedibile, di un individuo.
In ambito psicologico, il racconto dello scrittore scozzese Robert Louis Stevenson è diventato la metafora dell'ambivalenza, vale a dire la compresenza simultanea di emozioni contradditorie. Se volessimo collegare questa definizione in ambito motoristico, la attribuiremmo sicuramente alla Ferrari che da anni ormai esprime una serie di prestazioni altalenanti e spesso spiazzanti. È esattamente ciò che si è visto anche in questo venerdì a Barcellona: entriamo nei dettagli di quanto successo oggi al Montmelò.
La giornata in Catalunya era cominciata col piede giusto, con Ferrari che aveva confermato il trend dei primi otto weekend: qualche deficit sul giro secco, ma comunque discreta sul passo gara. Il long run effettuato da Leclerc con gomma soft (C3) si è rivelato piuttosto promettente, con il monegasco che ha inanellato una sere di giri costanti sul piede del 19 alto/20 basso.
Nonostante un layout storicamente probante - soprattutto per quanto riguarda l'asse posteriore - e le alte temperature, la Rossa ha evidenziato un buon livello di degrado rispetto agli avversari. L'unico in grado di avvicinarsi ai tempi del numero 16 è stato Max Verstappen, autore anch'egli di un'ottima simulazione effettutata con la mescola più morbida.
Se l'olandese ha mantenuto il proprio trend anche nella seconda sessione, non si può affermare certamente lo stesso per la Ferrari che ad ogni passaggio pagava costantemente 2-3 decimi. Il team di Maranello ha trovato una vettura completamente diversa che ha spiazzato squadra e piloti; se il time attack è rimasto pressochè il medesimo, i long run sono addirittura peggiorati: sia Hamilton che Leclerc - in pista rispettivamente con media e soft - hanno infatti lamentato via radio lo scarso feeling con la SF-25.
Un'involuzione che non può essere spiegata dai soli carichi di benzina o dalle mappature della Power Unit, soprattutto se i feedback di entrambi recitano "macchina non guidabile" e "non siamo da nessuna parte". Una possibile spiegazione potrebbe trovarsi all'interno del debriefing post-FP1 dove potrebbero essere stati deliberati dei cambi di setup che non hanno poi risposto nella maniera in cui gli ingegneri del Cavallino si aspettavano, tanto da spingere Leclerc ad effettuare ulteriori modifiche all'assetto prima di iniziare la propria simulazione gara.
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