Non aveva usato mezzi termini Fréd Vasseur, al termine del GP di Monaco, nell'ammettere come in Ferrari si guardasse al GP di Spagna speranzosi di andare incontro ad un possibile reset prestazionale. Un riavvio della stagione dovuto alla stretta imposta dalla Federazione sulla flessibilità delle ali anteriori, vigore a partire proprio da Barcellona. Una speranza utile per poter archiviare il disastroso avvio di stagione che però, nei fatti, è rimasta tale, dal momento che i valori in campo visti nella nona tappa della stagione 2025 sono stati tutto analoghi a quelli visti da inizio anno. La Scuderia infatti, dopo essere sempre stata a cavallo tra il ruolo di terza o quarta forza in campo, anche in terra iberica ha confermato tale forma, cogliendo un fortunoso podio con Leclerc, terzo dopo episodi (sarebbe stato quarto), e una mediocre settima piazza con Hamilton, dietro persino alla Sauber di Hulkenberg.
Insomma, il quadro dei valori in campo è rimasto invariato, lievemente migliore forse nei gap incassati. Un nulla di fatto, quindi, di cui erano comunque consapevoli i piloti che, sin dalla vigilia, avevano voluto smorzare le aspettative e ridimensionare le attese figlie dell'ottimo GP di Monaco per riportare tutti alla normalità senza dare false illusioni su una sperata, ma inatteso, inversione di rotta. E le loro idee sono state confermate dai fatti, che hanno smentito quella che era stata solo una speranza emersa nel corso delle FP1 (dove la SF-25 era parsa quantomai in forma), ma presto svanita con l'avvicinamento al GP, con la monoposto italiana che è tornata ad essere lenta e poco piacevole per i piloti, capace di essere in lotta solo con Mercedes e ben dietro a McLaren e Red Bull, al netto di ogni strategia.
Certo, a giudicare dal risultato, il Cavallino ha centrato l'obiettivo della vigilia, anche se in modo non del tutto meritato sul campo, palesando però le note difficoltà sia in relazione ai rivali che di comportamento e di gestione gomme. Una storia nota che, di fatto, ha costretto i piloti a vivere una gara non del tutto semplice, basta vedere a quanto accaduto a Lewis Hamilton che, dopo essere stato quinto per gran parte dei 66 giri, nel finale ha subito un crollo verticale e chiuso al sesto posto, persino dietro alla dispersa, fino a poco tempo fa, Sauber. Un crollo che, chiaramente, non è piaciuto a Sir Lewis che, nell'immediato dopo gara, ha usato in radio dei toni davvero coloriti, se non eccessivi, per parlare del comportamento della sua SF-25.
Adami: "È P7".
Hamilton: "Sì, incredibile amico. C'e qualcosa che non va in questa macchina. E la peggiore che abbia mai visto".
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Foto copertina media.ferrari.com