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08/06/2025 07:30:00

Ferrari, le rivelazioni dell'ex: «Vasseur? Poco empatico ma gran lavoratore». Su Hamilton...


News di Alessio Ciancola

La stagione 2025 di Formula Uno è nel suo pieno svolgimento. Una annata che, già a partire dal GP d’Australia, ha iniziato a fornire dei chiari verdetti e regalare non poche sorprese, sia in positivo che in negativo. Non solo, poiché oltre a tutti i temi legati alla pista, il campionato attuale sembra essere destinato ad avere, comunque vada, un unico comun denominatore: l'arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari. Il colpo del secolo per il Circus che, ad inizio 2024, ha unito il pilota e il team più vincenti e avverato i sogni di milioni di appassionati. Ma, a ben vedere, ha materializzato anche quelli del pilota inglese che mai aveva nascosto il desiderio di volersi vestire di rosso. Un passo di cui, sin dal suo sbarco in Italia, ne ha capito il significato.

La direzione è chiara

Una mossa, arrivata come un fulmine a ciel sereno, che oltre a scioccare l'intero paddock e originare un effetto domino nel mercato, ha garantito alla Rossa vari benefici legati al blasone e all'esperienza del sette volte iridato, sia in termini di guida (al netto dei problemi di adattamento che sta incontrando o quelli di scarsa competitività della vettura) che di esperienze e metodologie. Non solo, poiché con questo colpo la Scuderia ha inviato un chiaro segnale ai rivali, mostrando la sua voglia di tornare a vincere dopo anni di digiuno grazie ad programma partito mesi fa, a cui l'affaire Hamilton si è posto come atto finale dopo l'arrivo di Loic Serra, il rinnovo di Leclerc o l'arrivo di diversi tecnici da team rivali. Una serie di mosse volute dal team principal Frederic Vasseur che, sin dal suo arrivo a Maranello, ha deciso di plasmare la Rossa a sua immagine e somiglianza proprio per arrivare all'obiettivo fallito da diversi suoi predecessori.

Parla l'ex

E proprio del lavoro impostato da Vasseur nel Reparto Corse, ma anche di alcuni aspetti umani del team principal francese, ha parlato un ex del Cavallino, Roberto Boccafogli, nel suo libro “Cuore Rosso".

"Le sue abilità sono indubbie: è un navigato manager di corse, con sensibilità e cultura del lavoro di pista, [...] lavoratore instancabile. [...] A volte la sua carenza di empatia produce rapporti difficili, che necessiterebbero di dialogo che non sempre è disposto a concedere. È sicuro delle sue idee, delle sue valutazioni soprattutto umane. Il suo mondo si divide in collaboratori affidabili e non: se non sei affidabile, puoi fare pochissimo per cambiare le cose... [...] Gli li va riconosciuto il merito di avere impostato in Ferrari un lavoro eccezionale: programmazione, lucidità nel non esaltarsi quando si vince o abbattersi quando le cose vanno storte. È fortissimo nella gestione dei piloti. [...] Hamilton l’ha concretizzato lui. [...] Cardile lascia Maranello perché stimolato dalla nuova sfida. Ma anche perché qualcosa si è rotto fra lui e il TP, che un passo dopo l’altro si costruisce attorno la squadra che voleva, a volte senza neanche condividere scelte e ratio con i suoi primi riporti che sono toccati da vicinissimo da queste novità, di organigramma e organizzazione".

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Foto copertina x.com