Dopo 20 anni fatti di 406 gran premi, 124 vittorie, 108 pole position, 287 podi e 14 titoli mondiali (6 costruttori, 8 piloti), l'avventura di Christian Horner in Red Bull è ufficialmente giunta al capolinea.
Il britannico è stato licenziato dalla squadra, ed a sostituirlo nel ruolo di CEO - nonché team principal della scuderia di Formula 1 - sarà l'ex Ferrari Laurent Mekies, che a sua volta sarà rimpiazzato da Alan Permane nel ruolo di team principal della VCARB.
Ricostruiamo insieme l'intera sequenza dei fatti, cercando di capire le motivazioni dietro la scelta della Red Bull e le possibili ripercussioni sul futuro delle parti.
Premessa: i rapporti di Horner all'interno della squadra erano compromessi da 17 mesi a questa parte, ovvero da quando si è iniziato a parlare di uno scandalo sessuale nei confronti di una dipendente.
Non è da escludere, per l'appunto, che la separazione con la Red Bull sia dovuta ad uno sviluppo negativo delle indagini sul caso, che però finora non risulta.
Eppure, non bisogna sottovalutare che tra i "rapporti compromessi" dell'oramai ex CEO, ce ne era uno di particolare importanza: quello con Max Verstappen.
È tutt'altro che un segreto, infatti, che il quattro volte campione del mondo ed i suoi collaboratori (padre Jos compreso) fossero contrari alla permanenza di Horner.
Visto l'avvicinamento dell'olandese alla Mercedes, riportato da diversi media nelle ultime settimane, non si può sottovalutare l'ipotesi in cui l'entourage di Max abbia discusso con la dirigenza della Red Bull, pretendendo il licenziamento del team principal in un discorso del tipo: "O scegliete me oppure lui. Se lui resta, io cambio squadra".
Un'ulteriore teoria, seppur meno accreditata, vede l'attivazione di una clausola prestazionale, che potrebbe essere legata sia alla stagione attuale che alla prestazione negativa attesa dal nuovo motore - realizzato in collaborazione con Ford - per il 2026; un progetto di cui Horner era completamente e fieramente a capo.
Con le informazioni attuali, è difficile stabilire con certezza quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Alla luce della notizia, sorge però una domanda: che ne sarà del futuro di Christian Horner e della Red Bull?
Realisticamente, le prossime possibilità lavorative di Horner sono legate alla motivazione del licenziamento. Detto in maniera più chiara: se dovesse esser condannato per lo scandalo sessuale avuto con una dipendente, è difficile pensare che avrebbe un futuro nel motorsport.
Se, d'altro canto, avesse "semplicemente" pagato il prezzo di una richiesta di Verstappen - o delle prestazioni - potrebbe essere un nome appetabile per le altre scuderie, Ferrari su tutte. Magari non per il 2026, ma senza dubbio per gli anni successivi.
La Red Bull, volente o nolente, sarà costretta ad attuare una ricostruzione: dopo aver perso Adrian Newey e Jonathan Wheatley (oggi impiegati rispettivamente con Aston Martin e Sauber), l'addio dell'unico team principal nella storia del team non può che essere un campanello d'allarme importante.
Bisognerà vedere se Mekies verrà ritenuto all'altezza del ruolo, oppure se la proprietà si muoverà per individuare un nuovo profilo. Una cosa, però, è certa: alla vigilia del cambio regolamentare più significativo di sempre, il rischio di ritrovarsi in un rapido declino è decisamente elevato.
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