Traiettorie delle nostre emozioni, sguardo che si fece strabico nel tentativo di capire se l'avevamo visto per davvero; mettiamoci pure un terzo incomodo che entrò nella storia dalla porta di servizio, ma alla fine continua a farne parte, se dopo un quarto di secolo ancora sognamo la visuale germogliata nei suoi specchietti.
Spa 2000, anatomia di un pezzo di bravura; lectio magistralis di accelerazione e scelta di tempo, non necessariamente in quest'ordine.
Era già successo molto, prima di quella quarantesima tornata, con la McLaren di Hakkinen dominante in qualifica, in vantaggio dalla partenza, capovolta in testacoda, infine all'arrembaggio fin dentro gli scarichi di Schumi, che nel frattempo vedeva i propri decimi di margine cadere dalla clessidra di un primo posto sempre più a rischio negli ultimi giri.
Hakkinen in quel quarantesimo giro tenta il primo assalto, a più di trecento venti chilometri orari, lanciato dopo l'Eau Rouge, costringendo Schumacher a portarlo verso il prato all'esterno; nel giro successivo sente di avere i cavalli per aggiungere un filo di gas ancora al perfezionamento della sua rimonta.
Istanti sospesi, mentre lo sguardo dei due fissa l'identifico punto laggiù, dove finisce il rettilineo del Kemmel, lo stesso tratto del tentativo al giro precedente.
Una chiazza bianca, al centro, che rispetto all'adrenalina del duello sembra procedere al ritmo di un replay: la Bar - Honda di Ricardo Zonta, che i due contendenti si predispongo a doppiare, per poi continuare a cercare ognuno il proprio obiettivo. Schumacher deve proteggere ciò che Hakkinen vuole andargli a mordere.
La Ferrari sfila sul lato sinistro, seguita dallo sguardo di ogni spettatore, in tribuna come davanti al televisore.
Cos'è quel riflesso d'argento che ci strattona le pupille verso l'altro lato?
Il finlandese ha intrapreso una manovra prima ancora di pensarla, forse; istinto che si tende come un elastico fino a sfiorare i trecento trenta orari. C'è una Ferrari che chiude la traiettoria del doppiaggio, ma una McLaren alla sua destra sta ridisegnando una lingua d'asfalto, verso Les Combes.
Un istante prima, nel vedere Hakkinen che va a caccia di un filo invisibile dalla parte opposta delle convenzioni, tutti pensano che possa decollare; un istante dopo Hakkinen si chiede come faccia ad avere gli pneumatici ancora incollati all'asfalto.
Zonta, nel frattempo? Forse sta cercano i soldi, nell'abitacolo della Bar, per pagarsi il biglietto del posto più privilegiato dal quale ha appena assistito al miracolo.
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