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11/11/2025 20:40:00

Dall’incomprensibile eliminazione all'exploit: le stranezze del sabato Red Bull


Articolo di Marco Sassara
L’eliminazione di Max Verstappen nella Q1 del GP del Brasile, dopo aver suscitato tanto clamore al sabato, è poi finita in secondo piano grazie alla prestazione magistrale del pilota alla domenica. Noi però, abbiamo fatto un viaggio fantasioso che potrebbe spiegare alcune stranezze avvenute nel corso del weekend.

L’eliminazione di Max Verstappen nella Q1 del GP del Brasile, dopo aver suscitato tanto clamore al sabato, è poi finita in secondo piano grazie alla prestazione magistrale del pilota risalito dalla pit lane fino al terzo gradino del podio. C’è da dire inoltre che Antonelli è stato bravo a resistere agli attacchi, altrimenti sarebbe potuto benissimo arrivare anche secondo.

Tra sabato sera e domenica mattina ci siamo arrovellati su cosa avesse potuto causare la debacle di Verstappen. Abbiamo ragionato su assetti, sull’altezza del fondo, ma non avevamo preso in considerazione un’ipotesi, che sul momento, per ovvie ragioni, ci è impossibile confermare (solo il team potrebbe farlo), ma che ci è apparsa improvvisamente nella testa soltanto ieri, mentre ci occupavamo dell’articolo sulla rotazione delle power unit e sul fatto che Max, allo stato attuale, si ritrova ad essere il favorito per le vittorie delle ultime tre gare.

Ci si è accesa una lampadina, come un tarlo che scopre un foro in un pezzo di legno e inizia a mangiare fino a farlo diventare sempre più grande: e se la Red Bull si fosse presentata in Q1 già sapendo che avrebbe fatto partire l’olandese dalla pit lane sostituendogli la power unit?

Vi chiediamo di prendere il tutto come un gioco. Si tratta di un’ipotesi senza straccio alcuno di prova certa. Un’ipotesi frutto della nostra mera immaginazione. Un’ipotesi fantasiosa, che però potrebbe spiegare molte delle stranezze a cui abbiamo assistito durante la qualifica e poi di conseguenza anche in gara.

Prima stranezza: l’eliminazione in Q1

Verstappen inizia la sessione facendo un tempo altissimo che lo mette in zona eliminazione. L’olandese monta gomme nuove lasciando i box con largo anticipo rispetto al termine della sessione. Tempo che però non riesce a sfruttare a causa di alcuni problemi di set-up (questa almeno la versione ufficiale della Red Bull). L’olandese percorre dei giri lentissimi, al limite di quello che consentono le attuali direttive fornite dal direttore di gara in merito al ‘delta time’. Verstappen procede lento e non riesce a migliorarsi. Una volta sceso dalla vettura Max non sa nemmeno dire quale sia stata la causa della sua eliminazione.

Seconda stranezza: l’exploit in gara

La squadra attua delle modifiche di set-up, cambia anche alcune componenti (tra cui forse anche il fondo, specifica diversa rispetto alla Sprint) e sostituisce tutte le parti che compongono la power unit. Questo lo obbliga a scattare dalla pit lane, ma Max mostra sin dai primi giri un ritmo strepitoso e raggiunge il podio. Diciamo spesso che in Formula 1 non esiste la bacchetta magica, eppure sembra che la Red Bull l’abbia trovata in Brasile. Coincidenze? Difficile credere che i tecnici di Milton Keynes abbiano preso un assetto a loro noto, ci hanno vestito la RB21 e poi si siano affidati ad un miracolo, che poi, guarda caso, è avvenuto (la rimonta non si è resa possibile solo grazie al cambio di motore, anche l'assetto è risultato idoneo, anzi perfetto).

E se fosse stato tutto un piano programmato?

Da qui la nostra ipotesi. Non crediamo alle coincidenze, non ci è concesso farlo. La fortuna esiste, però bisogna anche sapersela creare. Secondo chi scrive, la Red Bull avrebbe programmato già dopo la Sprint di sostituire tutti i componenti della power unit sulla vettura di Max. Si tratta di una pratica che ha fatto spesso nel corso degli anni al termine della stagione. Questo fornisce un vantaggio in termini di performance pura rispetto agli avversari, soprattutto se questi si ostinano a voler cercare di concludere l’anno puntando solo sulle unità consentite da regolamento senza andare in penalità. In più, statisticamente, mette al riparo anche da problemi di affidabilità.

Sostituire tutti gli elementi della power unit comporta una penalità in termini di posizioni che non basterebbero neanche due griglie di partenza a soddisfarle tutte, per cui non aveva senso per Max passare il taglio del Q1. Perché però la fatica di architettare tutto quel teatrino? Verstappen anche se distante da Norris in termini di punti, sta lottando ancora per il mondiale e forse, la Red Bull potrebbe aver architettato un bluff per non dare nell’occhio.

Agendo così ha fatto credere a tutti di avere dei problemi nella comprensione dell’auto, quando non era assolutamente vero e ha potuto sostituire il motore senza che agli altri sfiorasse nemmeno l’idea di emularlo. La Red Bull voleva avere un vantaggio sugli avversari per il finale di stagione e così facendo lo ha ottenuto (ne parliamo qui). Per di più limitando tantissimo i danni visto il terzo posto ottenuto.

Aver programmato prima della qualifica, di andare in penalità in Brasile avrebbe oltretutto senso dal momento che tendenzialmente è una delle tappe migliori per scontare una sanzione di motore. Verstappen è arrivato terzo partendo dalla pit lane, ma anche ad Hamilton riuscì un’impresa quasi simile nel 2021 (allora Lewis non scattò dalla pit lane in gara, ma ripartì la rimonta tra Sprint e gara, fu comunque qualcosa di unico, considerando il valore della Red Bull e di Max quell’anno).

Detto ciò, la nostra resta solo un’ipotesi, ma la Red Bull potrebbe averla data a bere a tutti, noi compresi, e non ce ne saremmo minimamente resi conto. Come dicevamo anche ieri (leggi qui), è una partita a scacchi e quando il gioco si fa duro vale ogni cosa.

Foto: Red Bull

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