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31/10/2021 10:16:51

Hamilton: Avevo realizzato il mio sogno, ma non ero io. Razzismo? Disposto a rischiare il lavoro


News di Giuseppe Canetti

Lewis Hamilton si è guadagnato sul campo, o meglio in pista, lo scettro di Re della Formula 1 nell'era post-Schumacher. Sono sette i titoli portati a casa finora dal pilota della Mercedes, che non ha intenzione di abdicare neppure di fronte allo scalpitante e lanciato Max Verstappen, il quale al momento è primo in classifica con dodici punti di vantaggio proprio sull'esperto collega britannico. Dovesse arrivare oppure meno l'ottavo trionfo, Lewis resterà una vera leggenda del circus. Una personalità forte, che ha sofferto, che si è fatta da sola prima di spiccare il volo da leader incontrastato tra rettilinei e curve pericolose. Al contempo, però, Hamilton è sempre stato anche una figura sociale, attenta a tante tematiche che vanno al di là dello sport, come ad esempio la questione antirazzista, di cui è diventato paladino assoluto. La guida inglese si è soffermato su tale argomento e sui suoi primi passi in F1 ai microfoni del Financial Times.

Le parole di Lewis Hamilton

Lewis Hamilton ha vinto il suo primo titolo iridato nel 2008, tredici anni fa. Da allora di tempo ne è passato e sono cambiate tante cose, come racconta lo stesso britannico:

"Non ero felice. Avevo realizzato il mio sogno, ma non ero io, non potevo essere io e non avevo fiducia in me stesso allora, quindi sono rimasto in silenzio. Reprimiamo così tante cose che non ci rendiamo conto del dolore che abbiamo sperimentato".

Poi, si è soffermato sul tema delle pari opportunità:

"Mentre guardavo le foto dei festeggiamenti della squadra, mi sono reso conto che le squadre erano ancora completamente bianche, c’erano pochissime persone di colore e mi sono chiesto come potesse succedere questo dopo che sono stato qui così tanto tempo".

In fine, ha concluso spiegando quanto l'abbia segnato la tragica uccisione di George Floyd, affermando anche di essere pronto a tutto pur di dare un proprio contributo nella battaglia antirazzista:

"Tutto quello che è successo dopo la morte di George Floyd mi ha colpito duramente. Non potevo credere che così tante persone fossero ancora in silenzio su quello che era successo. Ora sono disposto a rischiare il mio lavoro, la mia reputazione. Voglio che la comunità nera sappia che li ascolto e che sono con loro".