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12/12/2022 12:45:00

Capelli: «Le urla di Montezemolo arrivavano alla GeS, ora invece..». Su Binotto: «Ferrari si protegga»


News di Giuseppe Canetti

Ivan Capelli, ex pilota della Ferrari e opinionista televisivo, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per una lunga chiacchierata in cui si è soffermato sulle principali vicende riguardanti il Cavallino. Ve ne riportiamo un estratto in cui ha parlato del prossimo team principal Frederic Vasseur, della gestione dei piloti e del futuro di Mattia Binotto.

Capelli: "In Ferrari manca chi fa sentire la voce grossa"

Quando gli è stato chiesto se ritiene Vasseur l'uomo giusto per la Ferrari, Capelli ha risposto: "Domanda da un milione di dollari. Ha l’esperienza per poter ambire a diventare grande con la Ferrari. Però, la Ferrari ha bisogno di persone già grandi. Ma sul mercato chi c’è? Tolto Binotto, ti devi porre questo problema, il mercato della F.1 non è così ampio. L’altra anomalia è che decidi di chiudere il rapporto con Binotto, che però rimane fino al 31 dicembre. Non sto a sindacare la sua professionalità, ma l’azienda ha bisogno di un indirizzo strategico, politico, di visione futura, e questa te la dà il capo. Peraltro, in una situazione in cui la Ferrari ha cambiato pelle in maniera importante dagli anni d’oro di Schumacher. In quel periodo, se il presidente (Montezemolo, ndr), che era presente, aveva qualcosa da dire, le urla si sentivano fino in Gestione Sportiva. Oggi questa situazione non esiste, perché il presidente (John Elkann, ndr) sta facendo altro. Se in Mercedes qualcosa va male, Toto Wolff fa il sorriso davanti alle telecamere, ma poi in azienda lo sentono, idem Helmut Marko o Christian Horner. In Ferrari manca chi fa sentire la voce grossa avendo i gradi". 

Circa il tema delle gerarchie tra i piloti, Capelli è convinto che il dualismo Leclerc-Sainz continuerà ad essere una questione molto scottante in quel di Maranello:

"La Ferrari aveva dato le chiavi in mano a Schumi, che però arrivava da bicampione del mondo e aveva portato persone che conosceva e con le quali aveva vinto. Ci dimentichiamo, comunque, che hanno impiegato 5 anni a vincere, e in F1 oggi i 5 anni non ti vengono concessi. Detto questo, il problema di Leclerc è che lui potrebbe prendere in mano la squadra, ma non c’è un blocco forte dietro di lui. C’è Vasseur, il manager Nicolas Todt che, come suo papà Jean, conosce la Ferrari a menadito, ma non altri. Dall’altra parte del box c’è Sainz, che ha una grande intelligenza da pilota e, soprattutto, papà Carlos, che non è uno sprovveduto, sa come muoversi, ha corso per Volkswagen e Audi, conosce tutti i meccanismi e le persone per decidere di andare altrove. Insomma, la gestione dei piloti sarà molto delicata, rischi di avere una squadra spaccata prima di iniziare. Sarà un anno non facile, anche perché chi arriva si trova una monoposto già fatta. È un altro rimescolare le carte che allunga i tempi per essere vincenti". 

Infine, la chiosa sul futuro di Binotto e il consiglio alla scuderia: "Andrà in Audi? Avrà le sue opportunità per far quello che gli piace. È un tecnico che può fare gola visti i 28 anni di esperienza nella squadra più ambita. La Ferrari nell’immediato dovrebbe proteggersi con delle clausole, per non mandarlo a rinforzare a breve la concorrenza".

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Foto copertina www.twitter.com, Foto interna Instagram Capelli