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01/08/2023 07:55:00

Cara Formula Uno, la noia toglierà soldi


Articolo di Paolo Marcacci
Non è soltanto una questione di ascolti italiani con la Ferrari che zoppica, è una problematica globale. Anche perché di stagioni con un team dominatore ne abbiamo vissute tante, ma spesso nella stessa scuderia avevamo perlomeno una battaglia interna…

Abbiamo applaudito un piccolo pezzo di bravura di Ocon su Tsunoda, poi abbiamo “palpitato”, si fa per dire, per l’evoluzione dei distacchi tra Leclerc, Perez e Hamilton in zona podio. Un po’ pochino, a livello di interesse e di pathos su un tracciato velocissimo e “accademico” per la Formula Uno come Spa. Per la maggior parte del pubblico a livello mondiale i gran premi sono un prodotto televisivo e i vari Vanzini di ogni angolo del pianeta, con tutto il corredo dei rispettivi Masolin, Sangiorgio, Valsecchi e compagnia commentante non sanno quasi più cosa inventarsi, perché chiaramente non è soltanto una questione di ascolti italiani con la Ferrari che zoppica, è una problematica globale. Anche perché di stagioni con un team dominatore ne abbiamo vissute tante, ma spesso nella stessa scuderia avevamo perlomeno una battaglia interna, vedi Prost-Senna alla McLaren. All’inizio di questa stagione avevamo puntato su un Perez un po’ meno allineato e sappiamo tutti come è andata a finire. 

Liberty Media su questo dovrà riflettere, perché gli ascolti e quindi i soldi ai vari sport li portano le emozioni provocate dall’incertezza degli esiti, non le fughe solitarie che a un certo punto non andrebbero più nemmeno inquadrate. C’è più emozione e incertezza in alcuni tratti del Racordo Anulare di Roma o in una qualche tangenziale di altre città italiane negli orari di punta. 

Bisogna recuperare il lato sportivo, perché l’esito e l’incertezza di una stagione come la 2021 sembrano preistoria, a questo punto. 

Quale può essere la ricetta? A parte agire in modo sostanziale e sostanzioso sui regolamenti e, quanto più possibile, sul livellamento tecnologico (anche se poi un Newey farà sempre la differenza), bisognerebbe spingere verso l’allestimento di coppie di piloti entrambi forti per tutti i top team, per aumentare la bagarre interna alle scuderie, oltre che ritrovare quella per la vittoria finale. 

Non potremo accontentarci a lungo di una Formula Uno in cui il massimo dei fuori programma sono i team-radio di Verstappen con Lambiase o il trofeo che si rompe sul podio, perché di rotture, inteso come noia subito dopo la partenza per un pubblico generico e non appassionato in modo specialistico, ne stanno arrivando sempre di più. 

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