Nel 2022 Russell è stato davanti a Hamilton nella maggior parte dei weekend, riuscendo a ottenere l'unica vittoria (Brasile) e l'unica pole (Ungheria) in un'annata molto difficile per la Mercedes. Quest'anno, invece, qualcosa sembra esser cambiato nella lotta interna tra i due inglesi, con Lewis che sta mettendo a segno i risultati migliori.
In qualifica George riesce a prevalere (8 a 7) sul sette volte campione del mondo, ma la differenza in gara (12 a 3 per Hamilton) è preoccupante visto lo standard fissato da Russell lo scorso anno.
È stata proprio la sua costanza la domenica, infatti, a garantirgli di portare sempre punti a casa nella scorsa stagione, con una serie positiva notevole di piazzamenti in top 5. Questa qualità sta un po' mancando all'ex Williams nel 2023.
Basti pensare a errori in gara sicuramente non da lui (in Canada, dove si trovava in quarta posizione, e soprattutto a Singapore, dove ha perso un podio all'ultimo giro) che non si sono mai visti lo scorso anno.
Insomma, Russell sta regredendo nelle sue prestazioni, non intese come dimostrazioni di velocità pura, bensì come capacità di ottenere sempre un buon risultato. Questo gli sta costando carissimo nel confronto con Hamilton.
A contribuire a questa grande disparità di punti in casa Mercedes (180 a 109 a favore di Lewis) c'è anche una questione più ampia e complicata da approfondire. Lo scorso anno, infatti, il sette volte campione del mondo si è volontariamente caricato la squadra sulle proprie spalle, accettando ogni singolo weekend di provare set-up estremi (o quantomeno non ottimali) per raccogliere dati che risultassero utili per il team.
Questo comprometteva le sue performance in pista, facendolo sembrare "annientato" dall'appena arrivato Russell. Molti opinionisti, infatti, erano convinti che Hamilton avesse perso un po' la propria magia, ma così non è mai stato.
La verità è che George si affidava a un set-up "sicuro", che garantisse un risultato in top 5, visto il considerevole gap da Red Bull e Ferrari ma anche sulle vetture di centro gruppo. Lewis, invece, veniva sempre messo in condizioni "peggiori", con una macchina più difficile da guidare, ma per il bene della scuderia.
A differenza di un anno i risultati del "sacrificio" di Hamilton si vedono: ora che anche lui ha una vettura messa a punto nel modo ottimale sta trovando molta meno difficoltà nel confronto con Russell.
Chiaramente questo non significa che l'ex Williams non sia uno dei migliori talenti in Formula 1 e un potenziale campione del mondo in futuro, semplicemente ci si è fatti troppo trasportare lo scorso anno quando lo si vedeva sempre battere Lewis in maniera convincente.
Infine, l'unico passo indietro compiuto da George Russell quest'anno riguarda una minor costanza, semplicemente commette più errori e li paga caro; mentre il progresso di Lewis Hamilton deriva da una vettura più facile da guidare e da cui estrae sempre il massimo risultato, anche grazie alla propria esperienza.
Come il sette volte campione del mondo non era un "pilota finito" lo scorso anno non lo è assolutamente Russell adesso, specialmente considerata l'età. Quando il classe '98 riuscirà a limare quelle piccole imperfezioni che sta pagando caro, allora tornerà a dimostrare a tutti perché è il futuro della Mercedes.
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