Dopo esser stato accusato di aver manipolato il risultato del GP dell'Arabia Saudita 2023, spunta un altro episodio in cui il presidente della FIA sarebbe coinvolto: i dettagli.
Stando a quanto riportato dalla BBC, le nuove accuse verso l'arabo provengono dallo stesso informatore della precedente, e questa volta sono incentrate sul GP di Las Vegas dello scorso novembre.
L'informatore avrebbe ricevuto delle istruzioni, secondo le quali doveva trovare un modo per non far superare i test di sicurezza al nuovo circuito di Las Vegas "per ordine del presidente della FIA".
Al momento non è chiaro perché Ben Sulayem avrebbe voluto ostacolare (o abbia provato a farlo) l'evento inaugurale di Las Vegas.
Un portavoce della FIA ha dichiarato alla BBC: "Dal punto di vista sportivo e della sicurezza, l'approvazione del circuito di Las Vegas ha seguito il protocollo FIA, in termini di ispezione e certificazione".
"Se ricordate, c'è stato un ritardo nella messa a disposizione della pista per l'ispezione, a causa dei lavori di costruzione in corso da parte dell'organizzatore locale".
Un rapporto del responsabile della FIA per la conformità, successivamente, è stato inviato al comitato etico della FIA per illustrare i dettagli della denuncia.
Il rapporto rileva che: "Il responsabile, su ordine del presidente della FIA, lo ha incaricato di trovare qualche problema che impedisse alla FIA di certificare il circuito prima del weekend di gara".
"Lo scopo era quello di trovare difetti nel circuito per negare la licenza e, alla richiesta di essere più specifico, [l'informatore, ndr] ha detto che i problemi del circuito dovevano essere identificati artificialmente, indipendentemente dalla loro reale esistenza, con l'obiettivo finale di negare la licenza al circuito", si legge in conclusione.
Alla fine la pista cittadina di Las Vegas ha ricevuto l'approvazione necessaria per svolgere il Gran Premio, ma questa rivelazione non fa altro che inguaiare la reputazione di Ben Sulayem.
Si attendono ulteriori aggiornamenti sul caso.
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