Sembra proprio che l’unico argomento in grado di tenere sveglio il pubblico, da diverse settimane a questa parte, sia la telenovela Red Bull. Del resto, in pista c’è poco che possa accendere l’interesse dei telespettatori: la maggior parte delle riprese è stata dedicata al debuttante Bearman (9), che, ad onor della cronaca, è stato davvero ottimo nel prendere il posto dell’acciaccato Sainz. Non deve essere stato facile, per un diciottenne, sedersi di punto in bianco su uno dei sedili più ambiti del circus. Partito con calma e coccolato dai box, ha avuto il merito di non perdere mai la concentrazione e mantenere il sangue freddo fino al traguardo, quando sarebbe stato facile perdere la trebisonda con il soffio di due bloodhound come Norris (7) ed Hamilton (9).
Smaltita la sbornia per il debutto in stile grande fratello (e non è mancato nemmeno il momento Maria De Filippi: il padre è stato inquadrato per così tanto che è sembrato di tornare ai tempi di Erja Hakkinen) c’è stato poco altro da sorseggiare nella gara aperitivo dell’Arabia Saudita.
Verstappen (10) è partito in testa e ci è rimasto fino alla fine, replicando esattamente quanto fatto una settimana fa. E, proprio come una settimana fa, alle sue spalle è arrivato il compagno di squadra (8). Ma se in pista la Red Bull è una macchina perfetta, all’interno dei box sta succedendo il finimondo. Da una parte la cordata inglese, guidata dal golpista Horner; dall’altra quella austriaca, al cui capo c’è il senatore Marko affiancato dal clan Verstappen e (probabilmente) da Newey. Tra querele ritirate ed altre minacciate, interviste degne di Novella 2000 e ménage à trois con Ferrari e Mercedes, sembrerebbe difficile per chiunque mantenere la concentrazione adatta a sfrecciare tra i muretti di un circuito cittadino. Così non è stato per i due piloti che, abbassata la visiera, hanno messo in sfoggio tutta l’imbarazzante superiorità tecnica della RB20.
A circa venti secondi è arrivato Leclerc (9), ma il suo distacco avrebbe potuto essere maggiore se la safety-car, entrata a causa dell’unico pollo della giornata (Stroll, voto 2), non avesse ricompattato il gruppo dopo la prima decina di giri. Lance può comunque consolarsi perché il premio “sveglione” va di diritto al suo ingegnere di pista, che non si riusciva a capacitare del motivo per cui una macchina senza ruote non potesse rientrare ai box. Il monegasco ha stampato il giro più veloce all’ultimo passaggio, cosa non riuscita nemmeno al famelico Verstappen, e questo rende ancora più indecifrabile il reale valore della Ferrari. L’anno scorso una simile prestazione non sarebbe mai stata possibile con le gomme super-usurate, ma al contempo Charles non è stato in grado di tenere il passo né di Max, né del più umano Perez. Meglio di così, però, sicuramente non avrebbe potuto fare.
Quarto posto per Piastri (7). Nel giudizio ci dimentichiamo che il giovane australiano è appena alla seconda stagione in carriera e che ha dovuto confrontarsi con il pilota più titolato della storia, ma non sarebbe mai riuscito a prendere quella posizione se Hamilton non fosse stato obbligato alla sosta ai box. Ottima quinta posizione per Alonso (8), che ha guidato per tutta la gara con il fiato di Russell (7) sul collo, senza mai scomporsi, come sua abitudine. Menzione d’onore anche per Hulkenberg, bravo ad ottenere i primi punti per la Haas con la complicità di kamikaze Magnussen (8), che ha tenuto a bada il traffico del sabato sera nonostante un quarto d’ora di penalità da scontare.
Per divertirsi non ci sarà da aspettare il GP di Melbourne. Per quello anzi, prepariamo la doppia dose di Red Bull (in lattina). Siamo convinti che metterà le ali anche a qualcun altro, e la direzione del volo non sarà certo l’Australia…
Leggi anche: GP Arabia Saudita - Verstappen da 100 (podi) e lode: le parole dopo la gara
Leggi anche: Valsecchi ne è convinto: «Bearman merita la F1, è un talento»