Che non sarebbe stato un 2023-bis lo si era capito ormai da tempo, con la Red Bull che non ha più dalla sua parte lo stesso vantaggio della passata stagione. Inoltre, quello che dopo Imola era un semplice chiacchiericcio da paddock, all'indomani della debacle di Monaco è diventato un pensiero concreto nella testa di appassionati e addetti ai lavori.
Per ora la sensazione che aleggia nel Circus è che la squadra di Christian Horner dovrà sgomitare non poco rispetto all'anno scorso per riuscire a confermarsi Campione del Mondo su entrambi i fronti: piloti e Costruttori. La verità verrà a galla molto probabilmente a Barcellona su un layout vario e completo come quello del Montmelò, storicamente la cartina al tornasole in grado di rivelare la bontà o meno di una monoposto.
Il tracciato atipico di Monte-Carlo ha capovolto le forze in campo, consegnandoci una Ferrari che ha saputo prendersi il ruolo di prima forza, seguita a ruota dall'ormai certezza McLaren. Solo sesta la prima delle due Red Bull (quella di Verstappen), questa volta incapace di ribaltare il rendimento della RB20 come fatto la settimana precedente a Imola. Proprio in Emilia-Romagna sono arrivate le prime avvisaglie di una monoposto nervosa quando si tratta di aggredire con decisione i cordoli, soprattutto per quanto riguarda il time attack.
Alla fine la vittoria in terra italiana è arrivata, ma non senza problemi. Basta osservare l'esiguo distacco accumulato da Norris sotto la bandiera a scacchi: 7 decimi. In Formula 1 non si vedeva un gap così ridotto tra primo e secondo dal Gran Premio dell'Arabia Saudita del 2022, quando a separare Vertsappen e Leclerc furono solo 549 millesimi.
A riportarci indietro di due anni ci pensa anche la classifica, dal momento che il pilota olandese ha ancora saldamente tra le mani la leadership del campionato (169 punti) proprio davanti al monegasco. Sono 31 le lunghezze che dividono i due, ma attenzione anche al duo Norris-Sainz. Ha superato quota 100 anche l'altro "toro", Sergio Perez, che però in caso di Mondiale riaperto vedrebbe le sue ambizioni scemare drasticamente dato che, salvo sorprese, sarebbe chiamato a ricoprire il ruolo di scudiero.
Proprio Leclerc e Norris sono i due avversari per cui Max dovrà avere un occhio di riguardo, considerando che il primo non ha mai terminato un weekend oltre il quarto posto e il secondo (eccetto le prime due gare) ha come peggior risultato la quinta piazza di Suzuka.
Per quanto riguarda invece la graduatoria riservata ai team, le probabilità di assistere ad una lotta serrata sembrano esserci tutte. La Rossa con i suoi soli 24 punti di distanza dalla vetta ha già fatto capire come il titolo a squadre non sia più un'utopia, mentre la McLaren potrebbe comunque inserirsi prepotentemente qualora continuasse a progredire con la medesima costanza. A conferma della bontà del lavoro svolto da Fred Vasseur e Andrea Stella va, inoltre, sottolineato come questi due team siano stati finora gli unici in grado di conquistare almeno una vittoria.
A capo rimane comunque la Red Bull con i suoi 5 successi (tutti firmati Verstappen), ma la sensazione è che sia ora attaccabile. A Milton Keynes non dormono più sonni tanto tranquilli, dal momento che sanno di avere non uno, ma ben due team in grado di approfittare della più piccola sbavatura. Cruciale sarà anche il "fattore Perez": il messicano non mette i piedi sul podio dal GP di Cina e se continuerà a faticare lascerà altri punti per strada che a fine stagione potrebbero risultare decisivi.
Se la tappa in terra monegasca ha portato alla luce in modo prepotente le difficoltà della RB20, il prossimo appuntamento in Canada dovrebbe svolgersi sulla falsariga del precedente poichè il circuito di Montreal presenta anch'esso dei tratti in cui aggredire i cordoli è necessario. Tuttavia, la riasfaltatura del tracciato potrebbe aver risolto il tema delle sconnessioni, altra problematica già sofferta dalla RB19 a Las Vegas. Quanto visto a Monaco potrebbe poi essere confermato negli altri cittadini che, però, non si vedranno in calendario fino a metà settembre, quando il Circus si trasferirà in Azerbaijan.
Terminato il weekend in Quebec, infatti, si tornerà stabilmente in Europa dove avrà inizio la serie dei cosiddetti circuiti tradizionali. Aprirà le danze il Montmelò di Barcellona, pista che dirà molto (se non tutto) a proposito dei reali valori delle vetture, almeno fino alla prossima tranche di upgrade prevista a cavallo tra giugno e luglio.
Quella catalana è una delle piste più complete in termini di conformazione; non a caso fino al 2020 veniva utilizzata come location dei test pre-stagionali. Sulla carta tutto dovrebbe tornare "alla normalità", con la Red Bull nuovamente davanti a tutti. È ciò che si aspettano a Milton Keynes, come confermato dalle parole di Helmut Marko: "Il problema di fondo non sono le piste ma la correlazione, perchè al simulatore passiamo sopra i cordoli senza problemi. Crediamo che quando arriveremo su circuiti veri e propri come Barcellona ritroveremo la nostra vecchia forma".
Prima però c'è una tre giorni in Canada da affrontare, con Ferrari e McLaren che non si faranno pregare alla prima occasione utile...
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