"Oggi non avevamo il passo per vincere": con queste parole ha esordito Charles Leclerc nelle interviste post-gara al Gran Premio del Belgio.
Effettivamente la sua affermazione non è per niente errata, specialmente se si guarda all'ultimo stint in cui - per via di una vettura sempre più scarica di benzina - sulla Ferrari si è ripresentato il bouncing.
Eppure, il passo non è l'unica variabile che contribuisce a massimizzare il risultato, come ha dimostrato lo stesso George Russell (poi squalificato perché la sua Mercedes era sottopeso).
La Rossa - oltre a non avere il ritmo sufficiente per tornare al successo - ha commesso degli errori: andiamo ad analizzarli insieme.
Per entrambi i piloti, infatti, la strategia non è stata ottimale: per quanto riguarda Leclerc, il primo pit stop è stato alquanto anticipato per non subire l'undercut da Piastri, che la McLaren ha usato come esca con un finto team radio.
Dal lato box di Carlos Sainz, invece, piuttosto che puntare su un piano ad una sola sosta (poi rivelatosi vincente, o quasi, con Russell), si è deciso di effettuare un anonimo stint di soli sei giri con gomma gialla, nonostante il ritmo dello spagnolo fosse ottimo nella prima fase.
Insomma, la scuderia di Maranello non deve pensare esclusivamente a ritrovare prestazione dalla SF-24, bensì anche all'esecuzione della corsa. Senza una delle due cose, infatti, la vittoria resterà soltanto un miraggio.
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