In casa Red Bull il 2024 sta diventando sempre più un incubo: dal caso Horner agli addii di Newey e Wheatley, passando per il sistema di frenata asimmetrica e un Mondiale sempre più in bilico.
Nella giornata di ieri, alla lista si è aggiunto un altro scandalo: la squadra ha ammesso di aver utilizzato un sistema irregolare. Esso consisteva nel modificare l'altezza della vettura in regime di parco chiuso (cosa non consentita dal regolamento) al fine di massimizzarne la competitività.
Stando a quanto riportato da un rappresentante del team, sarebbe stato trovato un accordo con la Federazione Internazionale, sulla base di non utilizzare più tale soluzione. Ma è giusto così?
La domanda sorge spontanea: per quale motivo se una monoposto viene ritenuta irregolare, la squalifica dalla corsa è automatica (la Mercedes di Russell a Spa ne è l'ultimo esempio); ma la stessa pena non è applicata in casi di questo tipo?
Lo stesso è successo anche con l'ala posteriore della McLaren, ma il ragionamento è chiaramente fallato: piuttosto di "non potete più trarre beneficio da una soluzione non consentita", bisognerebbe cancellare il beneficio ottenuto fin qui, in quanto ottenuto illecitamente.
Forse c'è paura per la reazione dei tifosi, ma alla FIA manca il pugno duro che ogni organo giuridico - sportivo o meno che sia - dovrebbe avere.
Se il ragionamento del "d'ora in avanti non fatelo più" reggesse anche nella vita di tutti i giorni, assisteremmo a sentenze tragicomiche. Ed è questa, a malincuore degli appassionati e degli addetti ai lavori stessi, la piega che il Mondiale 2024 sta prendendo.
Insomma, a quanto pare in Formula 1 si può barare fin quando la Federazione non dice la parola "basta". Un po' come se nel calcio si permettesse alle squadre di segnare in fuorigioco fin quando il guardalinee non interviene: che senso ha? La domanda mi devasta...
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