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21/04/2025 14:30:00

Ferrari, che disordine. Gli aggiornamenti così non servono a nulla


Articolo di Marco Sassara
Parlare della Ferrari non è facile di questi tempi. La squadra del Cavallino ha fatto un netto balzo indietro rispetto alla stagione 2024 e forse è questo il punto che mette in crisi tutto l’ambiente di Maranello. Il problema non è aver deluso le aspettative, non è il fatto di non poter lottare per il titolo. La criticità di tutto sta nell’aver costatato una regressione rispetto allo scorso anno.

Parlare della Ferrari non è facile di questi tempi. La squadra del Cavallino ha fatto un netto balzo indietro rispetto alla stagione 2024 e forse è questo il punto che mette in crisi tutto l’ambiente di Maranello. Il problema non è aver deluso le aspettative, non è il fatto di non poter lottare per il titolo. La criticità di tutto sta nell’aver costatato una regressione rispetto allo scorso anno.

Intendiamoci. La regressione che intendiamo noi va intesa come rapporti di forza rispetto ai rivali. Tutte le squadre, compresa la Ferrari hanno fatto una vettura prestazionalmente migliore rispetto a quella vista ad Abu Dhabi, però tale processo di sviluppo ha dato meno frutti rispetto alla McLaren, ovviamente, ma anche alla Mercedes e alla Red Bull.

Sul finale di stagione avevamo quasi sempre solamente la casa papaya e la Scuderia Italiana a contendersi le vittorie, mentre ora, anche se non ai livelli di inizio 2024, Verstappen è tornato a lottare costantemente davanti (fatica solo il secondo pilota nella squadra di Milton Keynes), la Mercedes termina spesso sul podio ed ora è l’avversario numero uno del Cavallino. La drammaticità infatti potrebbe essere proprio questa. Un pensiero che si annida nella mente peggio di un tarlo: come fa una squadra a passare da quarta forza a seconda mentre il team che ha lottato per il campionato del mondo fino all’ultima curva ora è così indietro. Certo, le squalifiche della Cina pesano sull’economia della classifica, però, il problema resta.

In Ferrari c'è tanta, troppa confusione. Prima degli aggiornamenti, serve un metodo

Abbiamo fatto una lunga introduzione, ma ci serve per poter comprendere la psicologia interna della Ferrari. C’è tanta confusione. Le vetture a volte sono competitive al venerdì, poi non lo sono al sabato e alla domenica. Altre non sono veloci al venerdì, non convincono al sabato e poi sono performanti alla domenica, come successo con Leclerc a Jeddah. In alcuni casi Leclerc e Hamilton sembrano andare a braccetto, altre mostrano dei valori di competitività troppo diversi e l’Arabia Saudita, anche in questo caso, ne è una chiara dimostrazione. E in tutto questo, aspetto preoccupante, non si sa dare una spiegazione chiara e precisa.

C’è disordine, tanto disordine. Portare aggiornamenti, in questo contesto, a cosa serve? Dall’esterno, sembra come se si stia procedendo a tentativi. A Jeddah sono arrivati degli sviluppii riguardanti il fondo, il diffusore e l’ala posteriore. Ci sono stati dei passi avanti veri e propri? Purtroppo no. Fortunatamente Norris è partito decimo e Leclerc è riuscito a chiudere a podio, ma se Lando avesse avuto una gara normale, per quanto la prestazione di Charles sia stata pazzesca, difficilmente sarebbe riuscito ad ottenere lo stesso risultato.

Aver battuto la Mercedes è già di per se una buona cosa, ma non si può contrastare il disordine facendo ancora più disordine. Ci piacerebbe vedere una linea più pulita, quantomeno un metodo. Sentire i piloti delusi dalle performance, non comprendere bene le ragioni, e dall’altro lato prendere atto che a Imola arriveranno dei nuovi aggiornamenti, non ci sembra che vada in questa direzione.

Foto: X, Ferrari

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