Al termine del Gran Premio d’Italia, Lance Stroll ha rilasciato delle interviste a dir poco brevi, rispondendo a monosillabi alle domande dei giornalisti.
La gara del canadese partiva da una 16° posizione, non ottimale vista l’8° conquistata dal compagno di squadra. La sua gara è stata complicata da un contatto con Ocon, al quale sono stati assegnati 5 secondi di penalità.
Tuttavia Lance stava ottenendo un ottimo risultato in gara, passando la maggior parte dei giri aggrappato all’ottava posizione, in zona punti. Allora perché ha concluso in ultima posizione? Purtroppo questo risultato è stato dettato da una sosta ai box più lunga del previsto e in ritardo rispetto a tutti gli altri.
Stando così le cose, la frustrazione del pilota è totalmente comprensibile. Quando gli è stato chiesto se questo risultato fosse il migliore che potesse ottenere dalla gara, ha risposto con un semplice “si”. Inoltre gli è stato domandato se la macchina si fosse comportata bene durante il weekend, ed in questo caso la risposta è stata “era ok”.
In suo soccorso è giunto Mike Krack, che ha rilasciato delle dichiarazioni più lunghe ed ha cercato di spiegare la reazione di Stroll: “Penso che in queste situazioni, quando si corre una gara con un degrado praticamente nullo e si parte dal fondo, bisogna aspettare che si presentino le opportunità. Dopo i pit stop ci sono sempre le safety car, quindi abbiamo detto: ‘Aspettiamo la safety car’, ma non è arrivata.”
“È normale sentirsi un po' frustrati perché si lotta per niente, anche se ci si spinge al limite. Quindi posso capire un certo livello di frustrazione”, ha aggiunto.
Inoltre ha spiegato che la sosta lunga in pit è stata colpa di un guasto al semaforo automatico del cambio gomme, che è rimasto rosso nonostante il pilota potesse partire: sono stati i meccanici a dargli il via. Insomma, non il massimo della fortuna per Stroll a Monza.
Leggi anche: Lawson fuori dai punti dopo il contatto con Tsunoda
Leggi anche: Mekies non è salito sul podio a Monza, ecco il motivo
Leggi anche: Ritiro di Alonso a Monza, Krack: «Facile puntare il dito contro il pilota»