Campionati lunghi come quelli che abbiamo vissuto nel 2024 e nel 2025 ci insegnano che i valori in campo possono cambiare molto rapidamente nel corso di una stagione. Nel 2024 avevamo avuto una Red Bull che a inizio anno davamo favorita senza eguali. Poi abbiamo assistito al ritorno della McLaren, alla sua vittoria nel costruttori e a Verstappen che ha lottato, in difesa, per conquistare il quarto titolo mondiale.
Quest’anno, se vogliamo, abbiamo assistito a uno scenario quasi inverso. Il 2025 è iniziato con una McLaren molto forte e una Red Bull più lenta, ma che comunque sembrava tenerle testa. Dopo le prime 3-4 gare il team papaya ha preso il sopravvento e la casa austriaca ha avuto un altro crollo, quasi in stile 2024. Verstappen ha arrancato per quasi tutta la stagione europea: tolti gli 8 punti fatti in Bahrain (che di certo Europa non è), Max ha ottenuto 1 solo punto in Spagna, 0 in Austria a causa del contatto con Antonelli e 2 punti in Ungheria.
Giunto in Olanda, primi segnali di ripresa con il secondo posto, che ha rappresentato il ritorno sul podio dopo quattro gare di assenza. Verstappen ha toccato il massimo ritardo stagionale nei confronti del leader del mondiale, che in quella fase era Oscar Piastri: 104 punti, un gap maggiore di quattro gare a punteggio pieno.
Se Max Verstappen avesse guidato per la Ferrari, la squadra che abbiamo visto esibirsi quest’anno, probabilmente il gap non avrebbe fatto altro che aumentare. La Red Bull non si è arresa di fronte a un campionato che a Zandvoort sembrava già perso. Si è rimboccata le maniche, l’arrivo del nuovo team principal Laurent Mekies ha dato una scossa. La squadra ha continuato a portare aggiornamenti mirati per i singoli eventi, ha rischiato montando una nuova power unit in Brasile e tutto questo ha permesso a Verstappen non solo di ridurre quel gap — i famosi 104 punti di ritardo che aveva in Olanda — ma di sfiorare il sogno mondiale, arrivando a soli 2 punti dal traguardo. Da quello che sarebbe stato il suo quinto titolo iridato.
Se c’è una caratteristica della Red Bull che la Ferrari dovrebbe cercare di emulare è questa: caparbietà, voglia di riscatto, coraggio di osare, quella forza di non mollare mai. Il Cavallino Rampante sembra essersi perso: nel 2025 è apparso disorientato. La casa di Maranello ha sempre dimostrato grande forza in passato. Le aveva tutte queste caratteristiche. Anche quando la stagione non le sorrideva, la Ferrari era famosa per provarci assieme ai piloti, ai tecnici, ai meccanici.
Quest’anno il team italiano è sembrato perdere la bussola in diverse occasioni, specie nei GP conclusivi della stagione, dove ha tirato spesso i remi in barca, in balia di un mare che non comprendeva. Noi ovviamente le auguriamo di ritrovarla presto e soprattutto in tempo per il 2026.
Foto copertina: Red Bull Racing; foto interna: Ferrari
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