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29/03/2015 13:07:16

Gp Malesia 2015 - Gara


Gran Premio di Walter Mesiti

Ferrari is back!”. Sta qui, in questa semplice ma potente frase detta via radio a fine gara, la sostanza di questo gran premio, del secondo appuntamento stagionale. Durante i test c’erano stati timidi sprazzi di ottimismo; dopo la prima gara l’ottimismo ha preso la forma di piccole grandi certezze; oggi, quelle certezze sono diventate realtà. Attenzione però, una rondine non vuol dire la primavera: i passi avanti colossali della Ferrari dovranno sempre e comunque fare i conti con quella che ancora è e rimane la superiorità della Mercedes.

Era dalla fine della stagione 2006, quasi dieci anni, che non si sentiva in Formula 1 quel magico tandem di inni (prima tedesco per il pilota e poi italiano per la squadra) tanto frequente negli anni di Schumacher e della Ferrari… A Vettel certi paragoni non vanno a genio perché vuole scrivere una storia nuova, tutta sua e del suo nuovo adorato team. Siamo certi, però, che in cuor suo il binomio dato da Michael e da Maranello sia sempre rimasto quel mito cui oggi Sebastian si ispira. Il suo urlo liberatorio via radio (più intenso rispetto a quelli sentiti quando vinceva con la Red Bull), la sua gioia una volta sceso dalla macchina e la sua commozione sul podio non fanno altro che darne felice ed emozionata conferma.

Il gran premio di Melbourne ci aveva dato i primi punti di riferimento per capire meglio l’entità delle forze in campo. Sepang, in qualità di prima pista “vera” del campionato, ha trasmesso dati più puri e sottolineato la bontà del progetto della Ferrari. Una bontà che va oltre questo stesso termine e dimostra il recupero incredibile, a tratti impensabile, effettuato da tutta la squadra nell’arco di pochi mesi. Una situazione quasi capovolta rispetto al disastroso 2014, in cui la Ferrari annaspava nelle retrovie. Si potrebbe pensare che la “complicità” di quella safety car uscita nel corso dei primi giri abbia agevolato il risultato odierno. Di fatto ha solo reso più semplice un successo che, a posteriori, era del tutto plausibile indipendentemente da qualunque fattore extra.

La Mercedes, infatti, ha effettuato una sosta in più contro le due di Sebastian Vettel: questo non fa che confermare uno dei punti più forti della SF15-T firmata da James Allison, ovvero la famigerata capacità di trattare molto bene le gomme. Un vantaggio che, allo stato attuale, conta quasi quanto l’efficienza dei propulsori ibridi di nuova generazione. La Ferrari ha corso comunque “azzoppata” dai problemi di Kimi Raikkonen, che dopo una qualifica non felice ha anche patito una foratura a inizio gara per un contatto con Nasr. Nonostante l’infinità di tempo persa per recuperare i box, la rimonta del finlandese fino al quarto posto finale (dietro le Mercedes!) è stata di grande valore e viene da chiedersi dove si sarebbe piazzato senza le numerose sfortune sofferte anche in questo weekend.

La tanto temuta pioggia, che ieri ha scombussolato un bel po’ le qualifiche, non ha interferito con lo svolgimento del gran premio, comunque caratterizzato dalle tipiche condizioni super stressanti del clima malese: caldo feroce e altissimo tasso di umidità. Una prova di forza, quindi, sia per le vetture che per i piloti, visibilmente provati dopo quasi due ore di gara. Il gran premio degli altri? La Williams si è confermata terza forza, conquistando la quinta e la sesta piazza. A dare qualche pensiero è stata la Red Bull: Kvyat e Ricciardo hanno concluso a stento nella zona punti, battuti sul campo da quel team “minore” che il gruppo vorrebbe vendere alla Renault, ovvero la Toro Rosso. Eccezionale la prestazione di Verstappen, settimo al traguardo e seguito dal bravo Sainz Jr., che va di nuovo a punti. A deludere un po’ è stato Felipe Nasr, che dopo il gran risultato australiano ha chiuso dodicesimo (non convincendo particolarmente, al pari di Ericsson, uscito subito). La sofferenza della McLaren prosegue, nonostante i piloti abbiano raggiunto per un po’ la zona punti: ritiro per entrambe le vetture. Da segnalare la gara disputata dalla sola Marussia di Roberto Merhi, giunta al traguardo a tre giri dal leader.

Il secondo gran premio 2015 va così in archivio, con le emozioni molto forti che Sebastian Vettel ha saputo generare e con l’incredibile consapevolezza che da qui in avanti le cose, per la Ferrari, più che rosee potrebbero diventare proprio rosse. Era dal lontano appuntamento di Barcellona 2013 che non si vedeva una Ferrari sul gradino più alto del podio: oggi ha vinto il migliore, meritatamente, sulle orme di Michael Schumacher, a cui vanno per forza tanti tanti pensieri. Prossima fermata, tra due settimane, in Cina: la sfida Mercedes-Ferrari è appena cominciata.