Il nuovo campionato del mondo è ormai alle porte e, come sappiamo, offrirà più opportunità per tutti. Questo grazie ai nuovi regolamenti, elemento che non solo garantisce un’incognita per quanto riguarda i livelli delle squadre, ma anche la velocità che le vetture riusciranno a dimostrare in pista.
Aerodinamica completamente rivista e pneumatici montati su cerchi da 18’’ saranno le maggiori differenze che gli appassionati noteranno a colpo d’occhio a partire (almeno per il momento) dal prossimo 10 febbraio, data di presentazione dell’Aston Martin AMR22 (leggi qui). Per prendere visione della Ferrari dovremo invece attendere una settimana in più (17 febbraio, qui l’approfondimento).
Attesa a parte, l’obiettivo di questo scritto è quello di andare a ricordare le ragioni che hanno spinto i vertici della F1 ad attuare queste nuove norme: meno differenza prestazionale tra i vari competitor, conseguente compattamento del gruppo, aumento di battaglie e soprattutto di sorpassi.
Dover fare i conti con delle monoposto più pesanti (anche per via dei nuovi cerchi) e dotate di un’aerodinamica molto più semplificata rispetto al passato, dà ragione di credere che i tempi sul giro andranno ad innalzarsi (vetture più lente).
Ciò dovrebbe favorire il raggruppamento, ma purtroppo non vi sono certezze riguardo l’incremento dei sorpassi e in tal senso una delle ultime dichiarazioni rilasciate da Mario Isola al ‘Corriere della Sera’ non è molto ottimistica a riguardo: “Dalle simulazioni, la perdita di carico che deriverà dal ritrovarsi in scia ad un’altra monoposto sarà soltanto del 10%, rispetto al 40% del passato. Sulla carta la differenza è abissale. Ma è anche vero che le nuove gomme permetteranno a tutti di spingere di più. Sia a chi sta davanti che a chi sta dietro. Il vero obiettivo della F1 è quello di portare più azione in pista, al di là se il sorpasso si compia o meno. L’importante è che i piloti lottino.”
Una frase, quest’ultima che fa riflettere… È davvero questo ciò per cui i vertici della F1 si sono battuti negli ultimi anni? È questo ciò che è mancato allo sport? C’è soltanto bisogno di più azione? No. Il confronto c’è sempre stato. Che questo possa avvenire più spesso sotto al secondo piuttosto che a 2-3’’ di distanza, sicuramente sarà già di per sé positivo, ma sarebbe comunque da considerarsi un fallimento se poi lo slogan che la F1 ci ha lanciato negli ultimi 3 anni non dovesse essere soddisfatto.
Cambiare gli obiettivi in corsa risulta una pratica piuttosto comune in questo periodo storico, ma fortunatamente c’è chi ricorda… Ovviamente con l’avvicinarsi dei test, e del mondiale crescono le speranze ma anche le paure. Sia per i team, ma anche per chi, come la FIA e per tutti gli adetti ai lavori, hanno già fatto delle piccole promesse.
Quando si assicura qualcosa si corre sempre il rischio di non poter mantenere la parola data. È un fatto che bisogna accettare senza cercare di andarsi a rifugiare in scuse. Per quanto riguarda la F1, il dado ormai è tratto. Resta solo da capire a quale spettacolo i nuovi regolamenti ci metteranno di fronte.
A proposito di promesse e false speranze… Quest’oggi ci si è incappati spesso nella notizia che la Red Bull RB18 sia già più veloce della RB16B (la monoposto con cui Verstappen si è laureato campione del mondo lo scorso anno). Si tratta di voci di corridoio e per i motivi sopra citati, non è stata presa particolarmente in considerazione. Chi abbia fatto la scelta più azzeccata poco importa al momento visto che non si tratta di nulla di assolutamente certo. Lo scopriremo assieme il 20 marzo, in Bahrain, in occasione del primo appuntamento stagionale. Intanto però, non dimentichiamocene.
Foto: Twitter, Formula1