Con la vittoria odierna nel GP del Giappone, Max Verstappen ha consegnato il titolo costruttori nelle mani della Red Bull con sei weekend ancora da disputare. Un destino già scritto dopo le prime gare della stagione. Ciò che oggi ha sorpreso di più è stato vedere una McLaren consistente capace di prendersi un doppio podio senza alcuna difficoltà apparente, forte anche delle prestazioni di Norris e Piastri, con il rookie riuscito a prendersi la prima top-3 della carriera.
Venerdì, si era già intuito molto di quelle che sarebbero potute essere le gerarchie in campo (leggi qui). Ciò che non avevamo previsto era la completa assenza di Perez, da cui, dopo le qualifiche, ci si attendeva una grande performance per arrivare a podio, ma che invece, errore dopo errore, finsce per ritirarsi anzitempo tra penalità e incidenti vari (contatto con Hamilton al via e con Magnussen poco più tardi).
Un po' di delusione anche per la gara della Ferrari. Le due SF-23 non sarebbero mai dovute farsi mettere sotto pressione dalla Mercedes, soprattutto dopo che Checo si era defilato lasciando a Leclerc campo libero verso quella che sarebbe dovuta essere una comoda P4 e P5. Tuttavia a seguito di una serie di decisioni discutibili sia da parte del team di Maranello che di Stoccarda, le due squadre entrano in competizione per la P4. Posizione che Leclerc riuscirà a mantenere davanti però alla W14 di Lewis Hamilton. Prima di analizzare cosa ha portato ll 7 volte campione del mondo a chiudere prima di Sainz, andiamo a fare un breve recap delle strategie viste durante la gara nipponica.
Rispetto a quanto avevamo ipotizzato ieri (leggi qui) il GP del Giappone ha offerto poche sorprese sotto il profilo strategico. La più gande, senza ombra di dubbio è stata la scelta della Mercedes di mettere Russell su una tattica ad una sosta Medium-Hard. Decisione che, ringraziando lo scarso ritmo dell'Aston Martin in questo weekend, porterà l'inglese a chiudere in P7, permettendogli comunque di guadagnare una posizione rispetto a quella di partenza.
L'andamento delle temperature nel corso del GP del Giappone (foto: X, Pirelli)
Già ieri ci si attendeva una corsa su due soste e le alte temperature dell'asfalto (superiori a 45°C allo spegnimento dei semafori) non potevano che confermare detto scenario. Così la maggior parte dei piloti ha preferito andare sul sicuro montando i set di mescole più dure tra quelle che aveva a disposizione.
Max Verstappen (Red Bull) vince con la tattica ipotizzata alla vigilia, ovvero M-M-H. Strategia seguita ''obbligatoriamente'' anche dalle Ferrari dal momento che avevano soltanto un set di Hard C1 da poter utilizzare.
La McLaren porta entrambe le vetture sul podio e Hamilton riesce a recuperare due posizioni rispetto a quella posseduta in partenza, mediante la soluzione M-H-H. Ottima scelta quella di lasciarsi due set di Hard per la gara. Che la mescola più dura sia stata quella che meglio si è comportata sul provante circuito di Suzuka, ce lo dimostra in parte l'Alpine, arrivata in top-10 con entrambe le monoposto mediante la scelta M-H-H. Ocon ha addirittura cambiato le Medie subito al primo giro sostenendo una gara pressoché ad una sosta Hard-Hard. L'altro conducente ad attuare questa scelta è Magnussen (Haas).
Tra coloro che hanno chiuso a punti mediante una strategia alternativa troviamo il solo Fernando Alonso: S-H-H per lui. Lo spagnolo ha più volte criticato via radio la decisione di partire con le Soft ed esser stato costretto così a doversi fermae troppo presto rispetto ai rivali. La tattica lo avrebbe così ''gettato in pasto ai leoni'', parole sue. Tra l'altro è stato anche l'unico della griglia a cimentarsi in una strategia simile.
Tutte le strategie viste in gara (foto: X, Pirelli)
Fuori dalla top ten troviamo alcune soluzioni bizzare. Dalla S-M-H mediante cui perdono l'occasione di finire a punti sia Lawson che Tsunoda alle tattiche a tre soste messe in atto da Zhou e Hulkenberg, condizionati però anche da episodi sfortunati nel corso della gara.
Sono 5 i piloti ritirati. Oggi abbiamo assistito anche ad un doppio ritiro di Perez. Il messicano dopo esser finito nelle retrovie a seguito delle riparazioni dovute per il contatto con Hamilton e a causa dei 5'' di penalità per non aver rispettato le procedure corrette nel periodo di Safety Car, preso dalla foga di rimontare, finisce per causare un contatto co Magnussen. La monoposto riporta dei danni e così decide di ritirarsi. Pochi istanti dopo la FIA comunica la decisione di aver comminato al messicano ulteriori 5'' da scontare in gara. Se non lo avesse fatto, gli steward avrebbero dovuto prendere dei provvedimenti in vista del prossimo GP del Qatar. La Red Bull sceglie di tagliare la testa al toro e fa risalire Checo in macchina. Lo rimette in pista, gli fa scontare la penalità e successivamente ritira definitivamente la vettura. Qualcosa di alquanto bizzarro che però dimostra la lucidità della squadra nel rimediare agli errori nel tentativo comunque di non lasciare mai nulla al caso.
Concentrandoci sulla gara dei due rivali nella lotta al secondo posto al campionato costruttori, possiamo dire che la Ferrari fa tutto bene fino alla prima sosta. Leclerc e Sainz erano a circa 1''5 l'uno dall'altro, con Charles sempre davanti e ad 1''5 da l terzo posto di Oscar Piastri. Poco prima della sosta, le due Mercedes entrano in competizione per la sesta posizione. Hamilton spinge anche fuori Russell per riprendersi il vantaggio sul compagno di squadra (azione giudicata legale dai commissari). al che la Mercedes (parere personale di chi scrive) decide di diversificare le strategie. Ferma Lewis mettendolo su due soste e lascia George in pista su uno stop. All'entrata ai box di Hamilton, la Ferrari va in copertura con Charles prima e Carlos poi, mantenendo la posizione sul sette volte iridato. Fin qui nulla da dire.
Con la McLaren che monta le Hard e la compagine di Maranello ancora su Medie, la forbice tra i team comincia ad allargarsi delineando lo scenario che si era già ipotizzato in parte venerdì: Norris e Piastri ne hanno di più. Il forfait di Perez però fa credere che la 4° e 5° posizione non dvrebbero essere a rischio. Invece non è così. Giunti al 34° passaggio il quadro era il seguente: Leclerc 4° con 1''8 su Sainz, il quale aveva 3''5 su Hamilton. I tre sapevano che fermandosi sarebbero finiti alle spalle di Russell che nel frattempo aveva recuperato terreno grazie ad una Hard più fresca montata da nove giri, ma a lungo andare, con il fatto che George era addirittura su una sosta, non sarebbe stato per loro difficile superarlo.
Così al 35° giro Leclerc decide di andare ai box e lo stesso fa Hamilton alle sue spalle. L'errore della Ferrari, visto il gap sottile tra i piloti, è quello di attendere facendo fare il pit stop a Carlos non alla tornate seguente come avrebbe dovuto essere e neppure alla successiva. Lo spagnolo si fermerà soltanto al 39° passaggio, 4 giri in ritardo rispetto agli avversari con 7-8'' da recuperare nei confronti di Hamilton. E' qui che Sainz perde la P5. Una volta mancato l'appuntamnento con la sosta, forse sarebbe stato meglio attendere ancora per provare a montare la Soft a 10 giri dalla fine ad esempio. Magari in quel modo avrebbe avuto senso aspettare. Ma attendere 4 giri per poi mettere Carlos nella stessa condizione di Lewis non è molto comprensibile.
Alcuni dati sulle gomme (foto: X, Pirelli)
L'alto degrado, unito alla mala gestione dei piloti da parte della Mercedes (Hamilton è stato bloccato diversi giri da Russell, mettendo a rischio il 5° posto finale - Lewis si lamenterà molto per questo), permettono comunque a Sainz di riprendere velocemente la coppia di Stoccarda, ma non è abbastanza da riprendersi la posizione sulla vettura #44. La Mercedes deve molto del merito di questo risultato all'insistenza di Lewis nel chiedere ripetutamente al team di farsi dare la posizione da Russell senza correre rischi inutili. George stava girando mediamente 2'' più lento e il soprasso da parte di Sainz sarebbe stato solo questione di tempo. Una volta che Russell ha permesso al compagno di sfilare, Hamilton ha provato a dargli la scia per difendersi dal ferrarista, ma le gomme di George erano arrivate alla frutta.
In conclusione possiamo dire che sia la Ferrari che la Mercedes hanno commesso degli errori che gli sono costate delle posizioni. Si sono sabotate da sole. Se la Rossa avesse richiamato Sainz subito dopo Leclerc probabilmente staremmo parlando di una P4 e P5. Se invece gli strateghi della Mercedes avessero congelato le posizioni dei piloti sin da subito cercando di attacccare assieme Leclerc e Sainz senza ostacolarsi a vicenda allora forse ottenere una P5 e una P6 davanti a Carlos sarebbe stato possibile.
Foto: X, Ferrari
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