Le gare sul circuito intitolato alla memoria di José Carlos Pace non deludono mai. Si può essere o no soddisfatti del risultato, ma non si può dire certo che siamo rimasti delusi dallo spettacolo. Abbiamo assistito ad una grande rimonta da parte di Verstappen, che agevolato da un cambio di set up e dalla nuova power unit, è riuscito a risalire dalla pit lane fino al podio, nonostante abbia fatto tre soste e compiuto tantissimi sorpassi, soprattutto nel corso del primo stint.
Analizzeremo in seguito a chi, o meglio a cosa, va il merito di questa sua rimonta (anche se ve lo abbiamo già anticipato nel titolo, se continuerete a leggere vi diremo perché). Prima però procediamo con il nostro consueto recap.
Come ipotizzato da noi e dalla Pirelli le strategie che sono andate per la maggiore sono state quelle a due soste (leggi qui). Solamente due piloti sono andati su un solo pit stop (Lawson e Hulkenberg), terminati entrambi a punti dimostrando la bontà di questa soluzione, mentre le due Red Bull hanno terminato la gara facendone addirittura tre.
Norris vince mediante M-S-M, tattica messa in atto anche da Russell, Piastri, Albon e Colapinto; Antonelli arriva secondo tramite S-M-M, strada percorsa anche dall’ottimo Bearman (6°), Hadjar, Gasly e Sainz (tra questi solo Carlos non riesce ad ottenere punti); su H-M-M la Haas di Ocon e le Aston Martin di Alonso e Stroll; su una sosta S-M la Racing Bulls di Liam Lawson, su M-S il tedesco Nico Hulkenberg, mentre su H-M-M-S il terzo classificato Verstappen e su H-M-M-M abbiamo avuto Tsunoda in 17° posizione. Hamilton, Leclerc e Bortoleto i ritirati.
Nel corso dei 71 giri previsti abbiamo avuto una Safety Car, chiamata in causa nel corso del secondo giro a causa del ritiro di Bortoleto e una VSC resasi necessaria dopo la ripartenza al sesto passaggio per l’incidente avvenuto tra Piastri, Antonelli e Leclerc alla ripartenza.
In queste fasi ci sono state delle penalità che hanno condizionato l’esito finale della gara. Oscar è stato giudicato responsabile dell’incidente avvenuto con Kimi e dunque punito con 10’’ di penalità. Hamilton è stato punito con 5’’ per un contatto avuto con Colapinto (si ritirerà a causa dei danni riportati tra i due incidenti avuti con Sainz prima e con il pilota Alpine poi, resta in pista giusto il tempo necessario per scontare la sanzione).
La gara di Tsunoda è stata invece pesantemente condizionata dai 10’’ di penalità rimediati per l’incidente che ha visto coinvolto Stroll. Durante la seconda sosta i meccanici iniziano a sostituire le gomme prima che la sanzione fosse definitivamente scontata, di conseguenza, Tsunoda riceve altri 10’’ di penalità che andrà poi a scontare nel corso della terza sosta. Yuki termina 17° (ultimo dei non ritirati) con 16’’ di ritardo dalla P10 occupata da Gasly. Senza i circa 20’’ di penalità rimediati, il nipponico verrebbe accreditato della 7° posizione alle spalle di Bearman.
Il quattro volte campione del mondo è stato autore di una grande rimonta, ma non è stata tutta farina del suo sacco. Il 50% è da attribuirsi al lavoro compiuto dai suoi uomini ai box, che tra qualifica e gara sono riusciti a raddrizzare la situazione in termini di set-up, aiutando Max anche con una fresca unità motrice. Un buon 25% è merito del pilota stesso, ma l’altro 25% è dovuto ad un evento che da drammatico è diventato a dir poco provvidenziale.
Max aveva preso parte al GP con gomme Hard, dalla pit lane, e quando subentra la prima Safety Car ,al secondo giro, non aveva certo in mente di rientrare ai box. Quando avviene l’incidente tra Piastri, Antonelli e Leclerc al sesto giro, Verstappen viene attraversato da un brivido lungo la schiena. Lambiase interviene in radio dicendogli una frase che non avrebbe mai voluto sentire: "Rientra ai box, hai una foratura".
Max rientra e monta gomme Medie. Questo lo rispedisce momentaneamente in ultima posizione, ma essendo trascorsi già 8-9 giri, al momento della seconda ripartenza, l’olandese può godere di un importante vantaggio di mescola sui concorrenti e al 21° giro viene già accreditato della quinta posizione dopo aver compito il sorpasso su Albon. Piazzamento che si convertirà in una P10 al momento della sua seconda sosta. La foratura potrebbe essere vista come un elemento penalizzante, ma invece è stata determinante a comprendere che avere degli pneumatici freschi avrebbe fornito un vantaggio importante sul circuito di Interlagos ed è puntando su questo fattore che Max giunge terzo nonostante i tre pit stop.
L'olandese riesce a mostrare un gran ritmo sui due set di gomme Medie, ma riesce a gestire anche la Soft in modo del tutto invidiabile. Il quattro volte campione del mondo ha una chance di ritornare in corsa per la vittoria al 51° giro, quando Norris decide di effettuare il pit stop lasciando Max in testa alla gara. Verstappen in quel momento aveva un vantaggio di soli 7 secondi su Lando, ma se qualcuno avesse commesso un errore e si fosse reso necessario l’intervento della Safety Car, l’olandese avrebbe potuto effettuare la terza sosta riducendo moltissimo i tempi del pit stop e riuscendo a mettersi in scia a Norris per provare ad impedirgli di vincere il GP.
Tolto l’incidente con Piastri e Leclerc, Kimi è riuscito ad avere il controllo per tutta la gara, proteggendo la P2 in ogni fase del GP. Ancor più tranquilla è stata la corsa di Norris, sempre solo in testa alla gara.
L’aspetto più incredibile del GP è stato osservare a fine gara i distacchi tra i vari piloti. Innanzitutto, nonostante abbiamo avuto circa 60 giri continuativi privi di Safety Car, nessun pilota è stato doppiato (ci è andato vicino Tsunoda, pericolo scampato per circa 4 secondi). Secondo poi, è incredibile come viste le diverse strategie, 10 piloti, partendo dalla 7° posizione di Lawson, fino alla 16° di Stroll, hanno concluso la gara in meno di 6 secondi complessivi. Liam ha terminato con un ritardo di 52’’6 da Norris e Stroll con un gap di 58’’2 dal leader. Le maglie sono davvero strettissime in questo gruppo e da questo si capisce perché l’Alpine ha deciso di rinnovare Colapinto, nonostante il pilota non sia riuscito ancora ad ottenere punti quest’anno.
Foto: Red Bull Racing; grafiche: Pirelli
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