Leggi l'articolo completo su formula1.it

30/01/2022 10:10:00

Piloti Haas 2022 - Schumacher Mazepin eredità pesanti


Articolo di Daniele Muscarella
Raccomandati. È la parola più carina che solitamente viene associata ai giovani piloti Haas. Ma è proprio vero? Quali sono i percorsi che hanno portato Mick e Mazepin in F1?

Era il 3 Marzo 2020 quando Gene Haas annunciava un possibile ritiro della Haas dalla F1; troppo alti i costi per affrontare l’imminente cambio regolamentare, poi rinviato a causa dell'emergenza da pandemia.

Qualche mese dopo arriva però la svolta, e al capezzale di una scuderia morente si avvicina l’interesse di un uomo d’affari russo, tra i cento più ricchi della Russia per l’esattezza. E' Dmitry Mazepin, che già si era avvicinato alla F1 qualche anno prima tentando di acquisire la Force India e di sponsorizzare la Williams.

Mazepin mette a disposizione della Haas l’importante sponsorizzazione della sua società Uralkali a due condizioni però: che uno dei sedili venga affidato al figlio Nikita e che la livrea Haas si colori del rosso, bianco e blu della bandiera russa.

Contemporaneamente Ferrari ha bisogno di un posto per portare avanti il sogno di rivedere uno Schumacher in F1 e bussa alle porte della Haas forte di un accordo sulla fornitura dei motori.

Diciamo la verità, per Gene Haas la decisione è stata abbastanza semplice: fuori Grosjean e Magnussen e dentro i soldi di Mazepin e l’incredibile valore attrattivo del cognome Schumacher.

Mick Schumacher però è molto di più di un cognome. Membro della Ferrari Driver Academy dal 2019 è ovviamente un ragazzo cresciuto a pane e motori, figlio di un sette volte Campione del Mondo, ma la sua gavetta è quella di un pilota qualunque tanto che da piccolo corre sui kart sotto il nome di Mick Betsch, usando il cognome da nubile della madre, per essere valutato per il suo talento e non per il suo cognome. I suoi risultati sono importanti in ogni categoria in cui corre, dai kart alla Formula 4. Nel 2018 vince la F3 europea e nel 2020 è Campione in Formula 2, un percorso che in maniera naturale e per meriti oggettivi ha portato tanti altri piloti in F1

Eppure l’esordio in F1 con la Haas è un evento che smuove sentimenti contrastanti. Tantissimi rivedono nel giovane Mick la determinazione e la dedizione al lavoro che erano tipiche del padre, in tanti pensano che sia solo un’operazione commerciale per attrarre sponsor. Ma Mick riesce a farsi scivolare addosso le critiche, anche quando commette qualche errore di troppo, e grazie ad una vera e propria cultura del lavoro conquista la fiducia e la stima di tutta la sua squadra e di tanti altri protagonisti del paddock.

Difficile valutare la sua prima stagione sulla base dei risultati a bordo di una monoposto troppo più lenta di tutte le altre, ma alcune prestazioni di rilievo ed il confronto impietoso con il compagno di squadra ci fanno pensare che, con una macchina decente, il giovane Mick potrebbe davvero brillare come un diamante

Allo stesso modo è proprio il confronto con Mick a farci nascere e coltivare più di un dubbio sul giovane Nikita e sul fatto che meriti realmente un sedile in F1. Per la prima parte della stagione è costantemente indietro al compagno con distacchi vicino o superiori al secondo in qualifica ed abissali anche in gara. A metà stagione Nikita alza la voce e chiede di avere a disposizione un telaio aggiornato e più leggero, come quello usato da Mick fin dalla prima gara. Papà Dmitry apre il portafoglio e paga un nuovo telaio per il figlio, ma i risultati non cambiano di una virgola, confermando distacchi enormi sia in qualifica che in gara fino all’ultimo GP.

Neanche il percorso professionale di Nikita è convincente. L'unico trofeo da vincitore di categoria che può esporre è quello del campionato russo di kart all'età di 11 anni. Poi partecipa a diversi campionati collezionando solo qualche podio e sporadiche vittorie. Emblematica anche la sua esperienza in Formula 2 prima dell'approdo in Formula 1. Nel 2019 corre con la ART Grand Prix che permetterà al suo compagno Nyck De Vries di conquistare il Titolo, mentre lui conclude il campionato solo al diciottesimo posto. La Superlicenza FIA arriva grazie al sudato quinto posto nel 2020, risultati che diciamo la verità non sono quelli che normalmente ti portano in F1.
Infine, il ragazzo non si rende simpatico neanche fuori pista, con alcuni atteggiamenti quanto meno discutibili sui social e con la stampa.

Unica nota positiva della stagione d'esordio di Nikita è l'attenzione che dedica a non commettere incidenti importanti, specialmente quando la squadra chiede ad entrambi i suoi piloti di alzare il piede per salvaguardare al massimo le monoposto a causa di fondi non sufficienti per effettuare ulteriori riparazioni. In effetti Mick nel tentativo di tirar fuori qualche decimo dalla Haas va troppe volte oltre i limiti della macchina causando non pochi danni, ma questa è la Formula 1 signori, e se hai la velocità nel sangue è difficile accettare di essere penultimi, e dovrebbe essere ancora più difficile accettare di essere costantemente ultimi.

Entrambi i piloti hanno comunque dichiarato di essere pronti per un salto di qualità, per vincere il Mondiale addirittura, ma dati alla mano se anche Haas li mettesse miracolosamente nella condizione di poter lottare, solo uno dei due avrebbe le carte in regola per riuscirci.

 

Tutti gli articoli sui piloti F1 2022

Piloti Red Bull F1 2022 - Max tritatutto, Sergio is the new Valtteri

Piloti Ferrari F1 2022 - Leclerc Sainz ambizioni mondiali

Piloti McLaren F1 2022 - Ricciardo Norris, carica ad alto potenziale

Piloti Haas F1 2022 - Schumacher Mazepin, eredità pesanti

Piloti Alpine F1 2022 - Alonso Ocon, il maestro e il padawan

Piloti Aston Martin F1 2022 - Vettel Stroll, contro tutto e tutti

Piloti Williams F1 2022 - Albon Latifi, la strana coppia