Chiedete a chiunque nel paddock, non c’è coppia più esuberante del duo McLaren. Ricciardo ha fatto del sorriso e della simpatia i suoi marchi di fabbrica, Norris si è imposto come giovane, disciplinato e amabile talento senza mai mostrare l’arroganza dei rookie.
Il team di Woking ha attraversato anni complicati e dopo la difficile gestione del periodo Alonso/Honda ha scelto di puntare tutto su piloti utili soprattutto alla squadra, non solo dal punto di vista tecnico ma anche come rilancio d’immagine, sbiadita dopo le tensioni con Honda ed i problemi con il pilota spagnolo.
Grande artefice di questo progetto è Zack Brown che nel 2019 decide di rilanciare il team che nel 2017 tocca uno dei punti più bassi della sua storia con un deludente penultimo posto. Dopo la deludente esperienza con Alonso cerca e trova in due giovani piloti il più importante aiuto: Carlos Sainz e Lando Norris portano tranquillità nei box ed ottime prestazioni in pista.
È proprio il giovane pilota inglese a stupire fin dalle prime uscite, ed anche se alla fine dell’anno è molto più indietro di Sainz in classifica, Norris dimostra una innata velocità, una curva di apprendimento impressionante e una invidiabile disciplina. Non è trascurabile neanche l’ottimo rapporto che si crea tra i due compagni che imparano l’uno dall’altro e contribuiscono a migliorare la monoposto.
La crescita di Lando si conferma nel difficile 2020, tanto da arrivare molto più vicino al compagno con risultati consistenti anche in gara e che portano la McLaren al terzo posto del mondiale costruttori.
Lando intanto riceve continui apprezzamenti da tutti i protagonisti del circus, ed anche i “senatori” ne riconoscono il grande talento. È intelligente, sa gestire la pressione come pochi, ed è anche estremamente corretto.
Nel 2021 la coppia fantastica si divide, con Sainz che non può non rispondere alla chiamata di Ferrari, ed a sostituire il pilota spagnolo arriva Daniel Ricciardo e non sicuramente per fargli da spalla.
Daniel è quella che in molti definiscono una bomba inesplosa. Cresciuto nel programma Red Bull Junior Team, esordisce in F1 nel 2011 con la HRT e nel 2012 passa in Toro Rosso, dove resta due anni, periodo in cui vede il giovane Sebastian Vettel vincere due mondiali con la sorella maggiore Red Bull. Nel 2014, con le migliori aspettative, viene promosso proprio nella scuderia che aveva dominato la seconda decade del nuovo millennio per fare da compagno al campione del mondo in carica, ma la rivoluzione regolamentare e l’introduzione del motori turbo ibridi ha già individuato una nuova dominatrice: la Mercedes di Hamilton.
Al suo primo anno in Red Bull, Ricciardo riesce comunque a prendersi una discreta soddisfazione battendo ai punti il campione del mondo in carica Sebastian Vettel e prendendo un onorevole terzo posto.
Il 2015 per Red Bull è invece anno molto complicato e Daniel finisce anche dietro al nuovo compagno Kvyat in ottava posizione.
Nel 2016 per il pilota dalle origini italo-australiane inizia una nuova sfida perché Red Bull, tornata competitiva, per affiancarlo porta in prima squadra il giovane Max Verstappen, una promessa che sta capitalizzando le attenzioni della squadra e di milioni di fan. I primi due anni di convivenza vanno nettamente a favore di Daniel, ma nonostante tutto Red Bull sembra aver già aver scelto il pilota olandese per guidare la sua risalita.
Il 2018 è infatti un anno molto difficile per Ricciardo. Verstappen è il più ostico dei compagni di squadra, velocissimo, esuberante, aggressivo e quasi insolente, non potendo ancora lottare per il mondiale fa della sfida con Daniel il suo unico obiettivo, con scontri in pista e fuori pista che fanno saltare ogni equilibrio all’interno della scuderia tanto da spingere Ricciardo a lasciarla per andare in una squadra che ha aspettative importanti quanto gli investimenti che sta mettendo sul piatto: la Renault.
Ma le aspettative sono ben lontane dal concretizzarsi e nel 2019 e 2020 per Daniel arrivano solo un nono e quinto posto, risultati che spingono il pilota ad un ulteriore cambio anche questa volta verso una scuderia che sta già risalendo in posizioni importanti, la McLaren che ha scelto proprio lui ed il giovane Norris come giusto mix per tornare alla vittoria.
Il primo anno di Ricciardo in McLaren è invece forse il più difficile della sua carriera. La monoposto seppur veloce ha caratteristiche lontanissime dal suo stile di guida ed il giovane Norris, con cui ha comunque un ottimo rapporto, lo demolisce in più occasioni in tutta la prima parte della stagione. Daniel in certi momenti della stagione perde anche il sorriso che lo ha sempre accompagnato, non riuscendo a comprendere la differenza di prestazioni con il giovane compagno.
Le difficoltà sono ulteriormente amplificate dalla mancanza del sostegno ravvicinato delle persone care che Ricciardo non vede da quasi un anno a causa delle importanti restrizioni anti COVID dell’Australia, ma lentamente le cose migliorano grazie ad una maggiore conoscenza della monoposto e delle sue caratteristiche. Daniel rinuncia alle staccate al limite per trovare maggiore ritmo nella percorrenza delle curve ed i suoi tempi iniziano ad avvicinarsi a quelli del compagno che sembrava inarrivabile.
Il sorriso torna definitivamente nella splendida e dominante vittoria nel Gp d’Italia e torna anche lo shoey sul podio.
Nella parte finale della stagione ritrova fiducia e prestazioni ma è sempre Norris a tirar fuori tutto il potenziale dalla MCL35M.
Tirando le somme Daniel fino ad oggi è stato molto sfortunato approdando sempre in scuderie dal grande potenziale ma non in grado di lottare realmente per la vittoria, o in ambienti in cui comunque non aveva la piena fiducia come prima guida.
Il 2022 offre per tutti una grande possibilità di riscatto, con in nuovi regolamenti che dovrebbero proprio mettere in evidenza le capacità dei piloti, e siamo sicuri che Ricciardo non si farà sfuggire questa opportunità ed allo stesso modo Norris proverà in tutti i modi a dimostrare che il suo talento ed il suo potenziale saranno in grado di farlo lottare per il Titolo di Campione del Mondo.
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