Hakkinen e l'aneddoto su Senna: «stavo dormendo e Ayrton mi venne vicino, mi svegliò e...»
13/08/2023 07:05:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Mika Hakkinen ha raccontato alcuni aneddoti legati al biennio 1993-1994, quando condivise il box della McLaren con il compianto Ayrton Senna. Il finlandese ha rivelato che il rapporto con il brasiliano non iniziò nel migliore dei modi, ma che poi ci fu un evento in particolare a far scoppiare il feeling tra i due. Vi proponiamo di seguito le sue parole.

L'aneddoto di Hakkinen su Senna

Hakkinen, l''aneddoto su Senna: «Diede di matto, me ne disse di tutti i colori. Poi venne vicino, mi svegliò...»

"Ne ho così tanti, ma in testa me n'è rimasto uno in particolare", esordisce Hakkinen quando gli viene chiesto del miglior ricordo della sua carriera. Quindi racconta: "Ero giovane avevo l'abitudine di analizzare in dettaglio i miei compagni di squadra. Come sono fatti? Che personalità hanno? Perché si comportano così? Era importante perché si trattava dei miei primi rivali. Studiavo tutto di loro e quando ero in McLaren nel 1993 arrivai alla conclusione che Ayrton Senna non era un bravo ragazzo. Non importava cosa facessi, come mi comportassi con lui, da quale angolo lo analizzassi, non era un bravo ragazzo".

L'anno seguente lo scontro: "Al via del GP di Aida, in Giappone, senza volere bloccai le ruote anteriori e tamponandolo lo buttai fuori. Andai a cercarlo, subito dopo la gara, per scusarmi e dirgli che avevo sbagliato. Lui diede di matto, me ne disse di tutti i colori. E dentro di me ripetei: 'Questo è davvero uno str... Siamo tutti umani, sbagliamo: lui non sbaglia mai, è un supereroe?'".

Ma poi... "Eravamo sullo stesso aereo che ci riportava a casa dal Giappone, stavo dormendo e Ayrton mi venne vicino, mi svegliò e mi parlò, scusandosi. Mi fece grandi complimenti per com'ero e mi disse che sarei diventato un grande pilota. Riconobbe che tutti facciamo errori, lui incluso. In quel momento mi sentii così bene, perché aveva dimostrato che su di lui mi ero sbagliato. Fu un momento bellissimo. E non me lo dimenticherò mai", conclude il finlandese.

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