05/09/2001 Tempo di lettura: 9 minuti

Gara: Le comiche

GP veramente assurdo quello del Belgio, sia dal punto di vista degli episodi che da quello delle prestazioni.
Si comincia subito con una griglia a groviera, con Frentzen e Montoya costretti in fondo per problemi al cambio. La partenza avviene quindi praticamente con Ralf in pole e Michael secondo. Come al solito non ci vuole molto al ferrarista per avere ragione del timido fratellino, che dopo due curve non prova nemmeno a resistere ad un attacco in staccata. A quel punto le cose sono già praticamente fatte, con uno Schumacher in fuga e l'altro a contenere Barrichello e gli altri, quando Burti attacca Irvine verso Blanchimont, l'irlandese non ci sta stringendolo sull'erba.
A 300 all'ora e senza un alettone ed una sospensione (troppo deboli, l'ho sempre detto) è difficile sterzare e Luciano rimedia il secondo incidente spettacolare in 3 gare.
La corsa viene interrotta ed alla ripartenza i meccanici Williams non smentiscono una lunga tradizione di errori marchiani lasciando la vettura di Ralf sui cavalletti, così anche l'unica monoposto realmente competitiva della giornata si vede costretta a ripartire dal fondo. Alla ripartenza non c'è storia, se non per lo scatto delle due Benetton e di quella di Fisichella in particolare che quasi riprende Michael. La corsa è un assolo del tedesco che ad un terzo di gara ha già un vantaggio pari ad un intero pit stop sul resto del campo partenti. L'unico motivo di interesse è rappresentato da Giancarlo, che contiene a lungo le McLaren e la Ferrari di un inguardabile Barrichello prima di cedere al solo David nel finale.


Eroe del GP





Fisichella: partenze da indemoniato e grinta lungo tutto il Gp. Cede solo nel finale, dopo aver resistito per tutto il Gp ai vari attacchi delle McLaren e Ferrari che gli riempivano gli specchietti.



 


I leoni

Schumacher M: certo, senza gli autogoals della Williams sicuramente avrebbe dovuto competere con qualcuno pure lui, la mancanza di questa concorrenza fa sì che ad un terzo di gara abbia già 20 secondi sul più immediato inseguitore.

Coulthard: visto il risultato del compagno e lo stato di grazia del Fisico, pare non potesse proprio fare di più.

Trulli: stava andando a prendersi un salutare arrivo a punti dietro ai soliti avversari (escludendo Fisichella) quando rompe per l'ennesima volta.

 


Il limbo

Hakkinen: in un Gp del genere, con molti colpi di scena era lecito attendersi qualcosa di più da un pilota di esperienza come lui, invece si fa notare solo per un paio di sorpassi, ma risultando molto più lento di Coulthard.



Villeneuve: il peggiore dei tre motorizzati Honda, ancora una volta non sembra motivato a sufficienza per fare la differenza.

Alesi: gara dignitosa, dietro al compagno studiandone le mosse. Nel finale cede a Barrichello dopo averlo contenuto per un terzo di gara.
 

 

 


I bocciati

Barrichello: nei momenti di tensione, sempre se di tensione si può parlare, quando si lotta per il secondo posto in un mondiale già assegnato, si rivela il solito cialtrone. Sorpreso da Fisichella al via, non porta un attacco che sia uno al pilota italiano. A cavallo dei pit stop perde due posizioni a favore di entrambe le McLaren, quindi commette un errore che lo fa scivolare indietro. Guadagna punti solo per grazia ricevuta.

Schumacher R: le qualifiche sono già un brutto colpo e l'episodio comico che lo vede sui cavalletti al via del giro di ricognizione è grottesco. Non sembra però affatto determinato in fase di rimonta, riuscendo a sorpassare solo vetture palesemente inferiori, ma arenandosi alle prime difficoltà. Anche se non conta per il risultato finale, è emblematico come, al primo via, abbia ancora una volta lasciato strada al fratello senza opporre resistenza.

Button: sbaglia la scelta dei pneumatici e ne paga pesantemente il prezzo in gara. Viene passato in pista dalle due Jordan e da Villeneuve. Tappa per qualche giro Ralf prima di lasciare la macchina alla bus stop.

Panis: compleanno amaro sin dalle qualifiche. In gara è intruppato fino al primo pit stop quando commette l'errore di scavalcare la linea bianca di uscita dei box e la sua gara finisce lì.

Verstappen: 6-7 giri di prestazioni decenti, quindi dopo il pit stop si mette a girare sui tempi di Marques.

Bernoldi: a differenza di Verstappen, non può nemmeno effettuare il primo run "dimostrativo", visto che è bloccato dietro a un Frentzen stracarico di benzina.


Non giudicabili

Montoya: qualifiche eccezionali per le quali meriterebbe il massimo dei voti, ma la gara è un incubo, dal giro di ricognizione quando la vettura non si avvia, al botto innescato da Heidfeld, nel quale si vede coinvolto e del quale non è responsabile. Ed il motore esplode subito dopo.

Heidfeld, de la Rosa: gli altri due protagonisti dell'incidente a la Source insieme a Juan Pablo.

Irvine, Burti, Alonso, Raikkonen: non hanno praticamente corso. E per Irvine e Burti un grosso spavento.

Marques: il ritmo è quello di sempre, cioè ampiamente il più lento, ma la sua gara è tribolata, tanto che deve fermarsi per tre volte consecutive ai box.

Frentzen: grande in qualifica, vede sfumare il sogno di partire dalla seconda fila per un guasto al cambio. Partendo da dietro si tocca con Montoya danneggiando fiancata e fondo piatto
 


Il mio punto di vista
Le scelte aziendali

Al di là della vittoria di Schumacher, il Gp del Belgio è stato un bello schiaffo alla dirigenza degli attuali due top teams del campionato, McLaren e Ferrari. Ostinati su logiche paranoiche di protezione dei segreti della squadra, questi due colossi dai piedi di argilla hanno avuto per l'ennesima volta la dimostrazione che in fondo il voler tenere a tutti i costi un pilota solo per la paura dello spionaggio non paga.
Giancarlo Fisichella, con una Benetton che ad inizio anno se la vedeva con le Minardi, e che per il 2002 ha dovuto accettare uno scambio con Trulli alla Jordan, scambio che puzza molto di ultima spiaggia, si è fatto beffe della ormai bollita coppia Coulthard-Hakkinen e dell'imbarazzante clown carioca della Ferrari.
Quello che vuole arrivare secondo per sentirsi appagato... Non servono molte altre parole per commentare quello che è sotto gli occhi di tutti, anche perchè un antipasto di questo scenario lo avevamo visto già a in Ungheria con Trulli. Ma la realtà dei fatti è questa, gli italiani, che ora ed in passato bastonano regolarmente i compagni di squadra ed a volte tirano fuori dal cilindro prestazioni di assoluto rilievo, vengono trattati come le scartine a briscola, mentre ad altri piloti, in ragione del loro nome o dei loro sponsor, vengono supinamente offerti contratti pluriennali multimiliardari.
Deve esserci sicuramente qualcosa che non va, perchè altrimenti non si spiega questa pantomima: ne sono la conferma, con differenti risultati, Jaguar e Sauber. La prima, percorrendo la strada del pilota esperto, proveniente dal team campione del mondo, non si è risollevata dalla condizione di comparsa a centro gruppo, con il pilota esperto che ormai da 4 Gp le prende in qualifica da un pilota con la valigia. Per contro la Sauber, che coraggiosamente ha messo due ragazzini alla guida delle sue vetture, sta disputando la sua miglior stagione da quando si è affacciata in F.1.
Ma è proprio così difficile svegliarsi e capire che la prima cosa che si dovrebbe chiedere ad un pilota è la velocità e non il conto in banca o la carta di identità?