04/04/2001 Tempo di lettura: 11 minuti
Ed era ora, mi viene dal cuore.
Effettivamente se ci si sofferma sulla classifica finale di nuovo c'è veramente poco, ma se di solito la classifica non dice tutto, stavolta dice veramente poco...
Il giorno del 22° successo consecutivo di una vettura Ferrari o McLaren è coinciso con uno dei Gran Premi più spettacolari degli ultimi anni ed ha visto la prestazione straordinaria di un talento annunciato: quel Juan Pablo Montoya di cui tanto si è parlato negli ultimi anni; certo è presto per dire che siamo di fronte ad un nuovo campionissimo, ma giova ricordare che Montoya ha vinto ovunque ha corso e che quanto ha saputo mostrare al suo 3° GP è certamente degno di nota.
Già in qualifica si era capito che qualcosa si muove: ora la BMW-Williams è più di un 3° incomodo; è una realtà della quale tenere conto; R. Schumacher ha affiancato il fratello (per la prima volta nella storia della F1) in prima fila.
E se Montoya non avesse commesso un errore schiantando la sua vettura nel primo tentativo forse non sarebbe stato solo 4° visto che al mattino era stato l'unico a scendere sotto il 1'14".
La gara è stata spettacolare: subito in partenza "sparisce" Hakkinen; forse un suo errore, forse un problema di frizione; fatto sta che Mika non percorre neppure un metro.
Esce la safety car che ricompatta il gruppo: M. Schumacher precede Montoya e il resto del gruppo. Dopo 2 giri la safety car si sposta e subito si scatena la bagarre: Montoya dimostra di non avere alcun timore reverenziale nei confronti del grande Schumacher e, sfruttando l'esperienza della Cart in materia di ripartenze, attacca Michael in modo durissimo alla staccata dopo il lungo rettilineo; il campione del mondo cerca di resistere, le vetture si toccano leggermente, ma non c'è niente da fare: Montoya, al suo 3° GP è già in testa; Schumacher è ovviamente 2° e Coulthard 3°.
Alla seconda staccata il primo patatrac: R. Schumacher cerca di sopravanzare Trulli sulla sinistra, ma non ci riesce; rientra sulla destra, in modo piuttosto deciso per dirla tutta, al momento della staccata; dietro Barrichello decide che frenare non importa... la tamponata è talmente violenta che spezza l'alettone posteriore della BMW-Williams e stacca una delle anteriori della Ferrari. Barrichello cercherà di dare la colpa al tedesco, ma direi che a Ralph non serve di certo un avvocato difensore; per Barrichello è la terza tamponata in 3 gare; le prime 2 erano andate bene, la 3ª ha distrutto 2 vetture; se non recupera immediatamente il pieno possesso delle sue facoltà mentali rischia davvero di farsi male.
La gare prosegue quindi con i protagonisti potenziali dimezzati.
Davanti M. Schumacher prova ad attaccare Montoya, ma riesce a farsi sotto solo nel misto; nel veloce le doti di accelerazione della BMW-Williams sono impressionanti e nonostante un assetto molto scarico (stranamente) Schumacher non riesce ad avvicinarsi.
Michael rientrerà ai box ben prima del 30° giro; dichiarerà poi che era in regime di 2 soste; la mossa è perdente: dopo l'uscita la Ferrari carica di carburante è più lenta dei primi 2.
Montoya continua ad aumentare il ritmo e Coulthard presto non lo vede più; questo fino al doppiaggio di Verstappen; l'olandese lascia spazio a Montoya in traiettoria ideale, poi rientra e non trova di meglio che tamponare a sua volta il pilota colombiano; anche per Juan Pablo alettone divelto e fine dei sogni di prima vittoria sia per lui che per la BMW al rientro.
Ma la corsa non è certo finita; Coulthard, cambiate le gomme, adesso è in testa con M. Schumacher vicinissimo. Sembra che ci sia poco da fare, ma, come previsto, si scatena il diluvio. E la McLaren prova a perdere la gara lasciando fuori Coulthard con gomme da asciutto sull'asfalto allagato; il giro in più costa un ritardo a David di circa 15" nei confronti di Michael Schumacher. Ma per il campione della Ferrari, e per la stessa Ferrari, non è giornata: Michael va in testacoda e David lo raggiunge; sembra un realtà romanzesca: Coulthard punta decisamente Schumacher sull'acqua e sul rettilineo principale, sul quale la McLaren sembra decisamente più veloce, approfittando della presenza di un doppiato, si ripete la scena di Spa 2000: Schumacher sceglie l'esterno, Coulthard l'interno ed è la scelta vincente.
La McLaren ha un assetto misto, la Ferrari da asciutto e approfittando di questo David se ne va a vincere la corsa. Schumacher finirà secondo non prima di aver compiuto un'altra escursione per prati: decisamente una giornata no.
Dietro primo podio della carriera per Nick Heidfeld che, lasciata la Prost per la Sauber, sembra un altro pilota. 4° Panis, 5° Trulli, 6° Fisichella autore di una splendida gara con quella chicane mobile che è la Benetton attuale.
In classifica Coulthard si avvicina a Michael Schumacher ed è a -6 dal pilota tedesco; oggi sembra lui il vero ostacolo tra il tedesco e il 4° titolo.
Aldilà della cronaca, peraltro molto ampia, il GP del Brasile dal punto di vista tecnico (e non) presenta tante novità. La prima novità, anche se oramai non è più tale, riguarda il ritorno della BMW-Williams: spinta da quel motore BMW P80, che sembra essere veramente un portento, ha dimostrato ad Interlagos che sarà probabilmente ben più di un 3° incomodo in questo 2001; se le gomme Michelin, in netto progresso, faranno la loro parte sarà un avversario veramente duro per i 2 top team.
"Fortuna" per Ferrari e McLaren che finora grazie ad una sequenza infinita di tamponate subite hanno rimediato solo 2 punti. Per la Ferrari invece un weekend da mettersi in fretta dietro le spalle; l'armata di Australia e Malaysia ha faticato oltre il prevedibile in quel di Interlagos; problemi di assetto fin dal venerdì; errori strategici; errori dei piloti.
Certo il vantaggio reale non potevano essere i 5" al giro del bagnato di Sepang, ma la squadra sicura, quasi invincibile, delle prime 2 gare non può essere sparita. La realtà probabilmente sta in mezzo: Interlagos non è mai stato un circuito particolarmente amato dalla Ferrari; indubbiamente il suo asfalto ondulato tende a penalizzare le vetture più a punto e certamente la Ferrari finora lo è stata.
Migliorata anche la McLaren grazie al minor carico aerodinamico richiesto dalla pista brasiliana rispetto alle precedenti; in questo modo la carenza di carico anteriore palesata finora dalle MP4/16 ha avuto meno peso a tutto favore del bilanciamento della vettura. Se a questo si somma la scelta indovinata dell'assetto misto ecco spiegato il ritorno alla vittoria nonostante i "canonici" errori dei box.
Se la realtà è quella mostrata da Interlagos ci attende un mondiale con 3 squadre in lotta, quindi decisamente più appetibile dei tanti duopoli delle passate stagioni.
Una menzione speciale infine per il vero eroe del GP del Brasile: parlo naturalmente di Juan Pablo Montoya; che fosse un grande talento "tutti" lo dicevano; però quelli che storgevano il naso per il "semplice" fatto che avesse vinto in Cart ora sono serviti. Juan Pablo ha vinto in tutte le categorie nella quali ha corso e questo non può essere un caso.
Ora anche in F1 ha dimostrato di avere "il manico". Se dimostrerà di avere anche la testa potremmo essere di fronte ad un grande talento, il vero erede di Michael Schumacher. Personalmente la penso così, il tempo dirà se avrò avuto ragione.
Ora ci attende il GP di Imola; circuito da carico più alto rispetto ad Interlagos e di potenza pura. Il primo aspetto dovrebbe avvantaggiare nuovamente la Ferrari nei confronti della McLaren che peraltro annuncia novità sostanziali per il primo GP europeo. Il secondo si addice invece alle doti del motore BMW P80.
Si annuncia un nuovo esaltante GP .