Giù il cappello per Sir Lewis Hamilton, che ha parlato apertamente del genocidio a Gaza, con parole chiare e non generiche. Non è uno sloganista: si espone anche quando non gli conviene, affrontando temi divisivi senza vantaggi di immagine.
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Ferrari cerca la perfezione a Baku, McLaren pronta al duello Norris-Piastri. Hamilton scuote la F1 sul tema Gaza, mentre Aston Martin, Alpine e mercato guardano già al 2026.
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Il sette volte campione del mondo si espone e denuncia con fermezza la tragedia di Gaza. Si riaccendono i dubbi sull’opportunità di correre in Qatar, tra sicurezza ed etica sportiva.
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