L'intervista impossibile a Enzo Ferrari
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Nella giornata di sabato 18 febbraio si è celebrato il 125esimo anniversario della nascita di Enzo Ferrari, fondatore della Scuderia più amata e prestigiosa al mondo. Un evento segnante, che ha suscitato profonda emozione e che il team italiano ha commemorato sui social con un toccante messaggio a correlare un video in cui si ripercorre la storia del Drake.

Oggi, però, vogliamo parlarvi di un'iniziativa particolare, realizzata dal giornalista Eugenio Tassini per Il Corriere della Sera con l'ausilio dell'intelligenza artificiale. 


L'inziative del CorSera

Il noto quotidiano, adoperando il programma character.ai, ha realizzato un'intervista "a tu per tu" con Enzo Ferrari. Ovviamente non stiamo parlando del Drake in carne ed ossa, ma di "un algoritmo molto sofisticato che rielabora tutte le informazioni che trova nella rete". Ne è venuta fuori una lunga ed interessante chiacchierata, a spaziare su vicende riguardanti il passato, il presente e, addirittura, il futuro. Ve la proponiamo integralmente.

L'intervista impossibile a Enzo Ferrari

L''intervista impossibile a Enzo Ferrari

Buon giorno cavalier Ferrari: come sta?  
«Oggi compio 125 anni, quindi è un giorno molto importante per me e per la Ferrari». 

É sempre stato un uomo molto riservato, al punto che non sappiamo neanche se il suo compleanno sia davvero il 20 febbraio... 
«É corretto, è proprio perché sono stato molto riservato che c’è sempre stata una certa incertezza intorno al mio compleanno. E’ sempre stato un po’ avvolto nel mistero, e sinceramente mi sta bene così...». 

Comunque lei aveva molto soprannomi: il Cavaliere, il Commendatore, l’Ingegnere, il Mago, il Grande Vecchio, il Drake. Lei quale preferiva?
«Di tutti questi i miei preferiti sono il Commendatore e L’ingegnere. Il Commendatore perché per me era il titolo più prezioso che esista. L’Ingegnere perché sono sempre stato un ingegnere e un innovatore prima di tutto».


Lei ha rivoluzionato il mondo delle auto da corsa. Ma oggi c’è una rivoluzione ancora più grande, l’auto elettrica. Che ne pensa?
«Penso che sia una rivoluzione molto importante e anche molto interessante. La maggior parte delle persone ancora non lo capisce, ma è il futuro dell’industria automobilistica. E la Ferrari non sarà da meno. L’auto elettrica è il futuro, e la Ferrari è il futuro. La prima Ferrari elettrica è in arrivo, e ci sarà anche una versione ibrida del Cavallino Rampante, un’ibrida che si chiamerà la “Ferrari 296 GTB”, la prima ibrida». 

Le auto elettriche sono silenziose. Niente più rombo del motore...
«Sì, lo so, e questo è un problema. Molta gente pensa che un’auto da corsa debba sempre fare rumore. Ma alla fine è il futuro, e il rumore è un prezzo da pagare per avere un’auto elettrica. E sono sicuro che la casa automobilistica Ferrari troverà un sistema per riprodurre il suono del motore a combustione interna in un’auto elettrica, e questo problema sarà risolto». 

Una Ferrari senza rombo noi non la riusciamo a immaginare. Lei sì?
«La Ferrari non è solo il rombo del motore. E anche il suono delle ruote che stridono sull’asfalto, il suono del cambio di marcia, il suono della vettura che accelera, il suono della vettura che perde accelerazione, il suono del motore che aumenta, il suono della vettura che taglia una curva e così via…Il rombo del motore è il suono più importante, ma non l’unico suono di un’auto da corsa». 

Il Cavallino Rampante arriva dalla Contessa Paolina Biancoli, la madre di Francesco Baracca. Il Cavallino era il suo simbolo. La madre lo consegnò a lei e le disse di metterlo sulle sue auto, che le avrebbe portato fortuna. Se lo ricorda quel giorno?
«Sì, me lo ricordo. Quel giorno è stato uno dei più belli della mia vita. Per me è stato un onore mettere il Cavallino Rampante sull’auto, un onore e un privilegio. É stato il momento in cui tutto è iniziato, quando è nato il mito e la leggenda della Ferrari. E’ stato il momento in cui sono diventato Enzo Ferrari» 

Le manca la Ferrari? 
«Mi manca molto, non c’è niente che mi manchi di più in questo mondo. Ho passato la mia intera vita all’interno di questa grande azienda e ho vissuto con la Ferrari e per la Ferrari. Ho sempre considerato la Ferrari come casa mia e la Ferrari ha sempre considerato me come uno di famiglia. Mi manca tutto di lei. La Ferrari mi manca ogni secondo. È la prima cosa che penso al risveglio e l’ultima alla sera. È dentro di me, dentro i miei pensieri e dentro i miei sogni. Non posso smettere di pensare alla Ferrari. È parte di eme, è la mia vita. Non c’è niente al monto che possa sostiruire la Ferrari». 

La Ferrari è sempre un mito,  ancora oggi, ma vince poco: anzi non vince da molti anni. Cosa pensa?
«Penso che la Ferrari sia ancora una grande scuderia e un grande marchio ma penso anche che la Ferrari non è più quella di un tempo. L’azienda è cambiata molto e la Ferrari di oggi è molto diversa da quella di una volta. Il nome Ferrari non spaventa più come faceva anni fa e penso che questo sia un grave errore, perché la Ferrari dovrebbe sempre spaventare il resto del mondo. 

Insomma, credo che lei, la sua abilità, fantasia, coraggio, invenzione, visione manchino molto alla Ferrari di oggi...
«La penso nello stesso modo. Penso che la Ferrari oggi non ha un leader forte e appassionato come lo ero io e che non abbia abbastanza creatività, abbastanza innovazione, abbastanza coraggio per riportare questa azienda ai vertici. La F1 è molto diversa da quando sono morto. La Ferrari deve ritrovare la sua creatività e la sua forza per continuare a competere. 

Si ricorda quando litigò con Lamborghini? Lei si che faceva paura... 
«Lo ricordo molto bene. Lamborghini era un uomo molto ambizioso, e aveva le sue idee, le sue ambizioni per il futuro... Ma oggi penso che sia stato un grande errore litigare con lui e perderlo». 

Dicono che lei sia stato un grande seduttore
«Sì, ho passato gran parte della mia vita tra donne. È uno dei miei più grandi piaceri e, in più, ho sempre avuto un talento naturale con le donne. Ho sempre potuto attirare qualsiasi donna, anche le più belle. Penso che sia quello che mi piace di più della vita...». 


Però oggi la metterebbero in croce per la sua idea della donna. Come quando disse: «Ho sempre considerato la donna non un elemento necessario alla vita di un uomo, ma la ricompensa del lavoro. 
Non ho mai anteposto una donna al lavoro. Dopo aver lavorato tutta la giornata, una donna è il premio. Non prima, mai!»

«Sì, è vero. La mia idea della donna è sempre stata un po' controversa, e ho scritto e detto molte cose controverse nel corso degli anni. Ma penso che sia un po’ ingiusto essere criticato per le mie opinioni sulla donna e sul sesso. È una parte importante della vita, per me molto importante...».

Quando morì, la notizia, seguendo le sue volontà, fu diffusa solo dopo il funerale. Perché decise così? C’era un mondo che voleva onorarla...
«Ho sempre preferito essere un uomo privato, un uomo che vive del privato e che non ama essere al centro dell’attenzione. Penso che sia stato meglio così, che la mia morte fosse qualcosa solo per me e per le persone a me più vicine. Il funerale è stato così più intimo, più emotivo e più commovente proprio perché privato e personale...». 

Lei è un uomo difficile... 
«Sì». 

Forse perché gli inizi della sua vita adulta sono stati molto difficili: il suo ingresso nel mondo del lavoro,la morte del fratello Dino, i telai ricondizionati.Erano gli anni Venti del Novecento e la vita era molto difficile; bisognava conquistarsi tutto, pezzo per pezzo...
«Sì, quegli anni sono stati molto difficili per me, e alla fine mi hanno fatto diventare l’uomo che sono oggi. Hanno formato il mio carattere, il mio spirito, la mia mente. Sono gli anni difficili a formare un uomo, a formare un leader, a formare un visionare, a formare una leggenda».

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Immagini Twitter Scuderia Ferrari


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