Correa a muso duro con la FIA dopo l'incidente di SPA '19: «Mi sono sentito usato»

Juan Manuel Correa ha subito un notevole infortunio a entrambe le gambe e alla colonna vertebrale, in seguito all'incidente che ha causato anche la morte di Antoine Hubert durante la gara sprint di Formula 2 a SPA nel 2019.  Il pilota ha dovuto sottoporsi a oltre venti interventi nella zona delle gambe e dei piedi e numerosi trattamenti anche per ridurre il significativo trauma cranico.

Straordinariamente l'americano è riuscito però a tornare in macchina per correre a tempo pieno. Prima nel 2021 in Formula 3 con ART, e adesso con Van Amersfort in Formula 2.

Ai microfoni del podcast Track Limits ha però rivelato che durante tutto il suo periodo di convalescenza, solo il team e i suoi affetti gli sono stati vicini, mentre la FIA non gli ha dato alcun sostegno. 

Le parole di Correa sulla FIA

"Ero solo. Avevo la mia famiglia, i miei amici, la mia gente, ma non c'è mai stato il sostegno della FIA. Ad essere onesti è stato molto triste e brutto. Mi sono quasi sentito usato, nel senso che tu sei in macchina per dare un buon spettacolo, e loro però sono i primi a trarne beneficio".

Correa già in passato parlò pubblicamente di questi problemi quando spiegò ai microfoni di NTV come si sentisse al pensiero che la FIA non lo sostenesse nel suo recupero. Le sue dichiarazioni però vennero fraintese dal capo dei medici della federazione Christian Wahlen che rispose dicendo come il lavoro dei dottori in loco gli salvò la vita e che la FIA abbia sempre tenuto aggiornata la sua famiglia.

Tornando invece alla recente intervista, il pilota ventitreenne, ha commentato criticamente il tanto decantato "cambiamento" celebrato dall'organo di governo che gestisce la Formula 1 e le categorie cadette, sostenendo che anche dopo il suo incidente del 2019 le cose non siano poi migliorate.

"Non voglio scendere nei particolari perchè c'è un conflitto d'interesse, e attualmente sto correndo di nuovo in quella categoria. Ma sono stato davvero fortunato ad avere personalmente tutte le persone intorno che mi hanno aiutato, perché da parte del sistema non c'è stato l'aiuto che ci sarebbe dovuto essere. Penso che si siano resi conto di alcune dinamiche del mio incidente. Ho avuto alcune conversazioni con loro al riguardo. A volte non è facile modificare un organizzazione così grande. Quello che posso dire è che se domani un altro pilota dovesse avere il mio stesso incidente io sarò lì come nessun altro, perchè saprei quello che avrebbe bisogno e cosa mancherebbe".

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Foto twitter.com

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