Ecclestone critica Drive To Survive: «Netflix segue la F1 solo perché gli conviene»

Bernie Ecclestone, oggi novantenne, è l'ex amministratore delegato della Formula 1. Ha lasciato il suo ruolo nel 2017 quando Liberty Media ne ha preso il controllo. Da allora il Circus si è spostato sempre più verso gli USA  e la spettacolarizzazione dei weekend di gara e meno verso i tracciati Europei. 

Quest'anno, ad esempio, per la prima volta nella storia, la F1 disputerà tre GP sul suolo americano: al COTA in Texas, sul circuito cittadino di Miami, e sul nuovissimo tracciato di Las Vegas che passerà anche lungo la Strip della città. Durante una lunga intervista al Daily Mail il britannico ha detto la sua riguardo il calendario extra large che da qualche anno caratterizza questo sport e la sua americanizzazione. In conclusione ha anche criticato la scelta di collaborare con il colosso dello streaming Netflix per creare una serie sulla Formula 1. Di seguito vi riportiamo le sue parole.

Ecclestone parla della serie Netflix

Ecclestone ha dichiarato: "Netflix li ha un po' catturati e li segue un po' troppo. Il colosso dello streaming è nel business dell'intrattenimento finché gli conviene. Non è come le nostre vecchie emittenti che sono con noi da sempre". L'ex AD della Formula 1 ha dunque paragonato la casa americana che produce Drive To Survive con tutte le TV che da anni seguono il campionato e permettono di farlo arrivare a miliardi di fan sparsi in tutto il mondo in modo più tradizionale.

Dal 2017 ad oggi DTS ha in effetti aiutato la Formula 1 ad entrare nelle case degli appassionati americani, ma i fan di vecchia data hanno anche criticato la serie perché molte dinamiche sono romanzate non raccontando la verità, ma cercando solo di fare spettacolo e visualizzazioni. La stessa critica era anche stata mossa dagli stessi piloti di F1 all'uscita di una delle stagioni passate dello show.

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