Silverstone '90, la lezione del professor Prost
03/07/2025 12:30:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Quanto era bella la Ferrari F1-90? Cominciamo da una sfumatura estetica venata di nostalgia, anche perché non era solo bella, ma anche quasi del tutto vincente, per così dire.

Silverstone '90, l'ultima volta del tracciato originale. Le Ferrari arrivarono all'appuntamento come meglio non avrebbero potuto, ossia dopo aver vinto, in sequenza, in Messico e in Francia.

Scatta dalla pole position la Rossa di Mansell, che in qualifica ha rifilato mezzo secondo alle McLaren di Senna e Berger; quella di Prost è leggermente indietro: quinta piazzola. Premesse di bagarre sin dallo stacco di frizione: per gli altri, non per il Professore. C'è da ragionare, come sempre; da calcolare, come gli viene naturale. Gli altri strofinino pure i propri battistrada, nel darsi battaglia: lui ha in programma di arrivare dentro i loro specchietti, quando servirà. Né un giro prima né uno dopo, ca va sans dire.

Lo spettacolo è nell'aria densa di ottani, quando tutti hanno ancora gli occhi al semaforo; si manifesta subito, perché Senna è il più bravo di tutti a cogliere l'attimo e di conseguenza Mansell si getta all'arrembaggio, come è nella sua natura e come fa soprattutto quando si incazza.

Tutti gli occhi, umani e tecnologici, sono per il loro duello, come è giusto: spettacolari gli attacchi di Mansell e le risposte di Senna; staccate mostruose su un tracciato che bacia sulle labbra le velocità di punta.

Alla decima tornata Mansell trova il varco, Senna imposta l'ennesima contromossa ma i centimetri lo tradiscono: testacoda. Delirio in tribuna: il Leone d'Inghilterra e le monoposto inglesi se le stanno dando di santa ragione.

Mansell da un certo momento in poi comincia a segnalare qualche imperfezione negli innesti delle marce, al punto tale che Berger ne approfitta. Sembra il colpo di scena definitivo. Sembra.

Il cambio della Ferrari di Mansell torna fluido, poco dopo metà gara. A costo di montare sopra la McLaren di Berger, il primato se lo riprende, come dice sempre Senna a proposito dei sorpassi del leone.

C'è un punto rosso sempre più visibile, alle spalle del duello: sta arrivando la Ferrari di Prost: sempre più regolare, sempre più veloce. Sempre più rossa, deve pensare Mansell quando il compagno di squadra apre la finestra dentro i suoi specchietti.

Giro 43: il Professore sale in cattedra, infila Mansell e se ne va. Come quando Michelangelo soffia via il pulviscolo dopo l'ultima carezza del suo scalpello.

Al giro 56 il cambio di Mansell cede di nuovo, stavolta definitivamente; la Williams di Boutsen ne approfitta per la piazza d'onore; terzo Senna, ripartito dal fondo dopo il testacoda e protagonista dell'ennesima gara prima con se stesso, poi con gli avversari.

Su gradino più alto del podio, il sorriso di Alain Prost sotto il naso sghembo rivela che il francese ha aggiunto una nuova pagina all'enciclopedia della sua classe.

Silverstone ''90, la lezione del professor Prost

Foto interna x.com

Foto copertina x.com

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