GP Austin 2018: l'ultimo atto del vero Iceman

Il Gran Premio degli Stati Uniti del 2018 non è stato solo una gara; è stato l'ultimo atto di un’ultima, inaspettata fiammata di puro, glaciale talento. Quel giorno, Kimi Räikkönen ha scritto l'atto finale della sua leggenda in Ferrari, regalando al mondo la sua ultima vittoria.  Il finlandese, da poco trentanovenne, è tornato sul gradino più alto del podio dopo oltre cinque anni di digiuno (l'ultima volta con Lotus), dimostrando una tecnica impeccabile e un controllo glaciale nei momenti cruciali. 

L'errore di Vettel e il mancato titolo di Lewis

Nonostante la vittoria del compagno di squadra, Sebastian Vettel non è riuscito a chiudere il weekend in modo ottimale. Al via, il pilota tedesco è stato protagonista di un contatto con Daniel Ricciardo, ne susseguì un testacoda che compromise la sua gara. Nonostante una brillante rimonta, culminata con un sorpasso su Bottas nel finale, Vettel chiude in quarta posizione, non riuscendo a salire sul posto.

Il quarto posto del tedesco ha costretto Lewis Hamilton a rinviare la festa per la conquista matematica del titolo mondiale. Il britannico, pur salendo sul podio con un terzo posto, ha preferito adottare una tattica prudente, evitando rischi eccessivi. Memorabile il duello con Max Verstappen nel finale, che ha costretto il #44 a rinviare la festa in Messico.

La caoticità del Via

Il via è stato caotico: Räikkönen scattava in seconda posizione, davanti a lui Hamilton. Allo spegnimento dei semafori, il filandese ha subito accelerato prendendo la testa della corsa, mentre i contatti nelle retrovie hanno rimescolato le carte del resto del gruppo. Da quel momento, Kimi ha costruito una gara pulita, senza sbavature nè intoppi, con la scena che è stata tutta per lui.

La sua ultima vittoria è un monumento alla tenacia, dimostrando che, nel mondo frenetico della Formula 1, la passione e la perseveranza di un campione possono zittire il tempo, sfrecciando davanti a tutti per l'ultima volta. 

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